Anaao, su ipotesi tagli stipendi non siamo tranquilli
Anaao, su ipotesi tagli stipendi non siamo tranquilli

 

Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) - I medici e dirigenti sanitari dell’Anaao Assomed "non riescono a stare tranquilli", malgrado le apprezzabili dichiarazioni del ministro della Salute che li escludono dal taglio agli stipendi dei dirigenti pubblici su cui il Governo lavora. "E non siamo i soli, commenta il segretario nazionale dell'associazione, visto lo stato di agitazione dichiarato anche dalle altre organizzazioni sindacali di categoria", si legge in una nota in cui si ribadisce che "l’Anaao Assomed contrasterà, insieme con le altre organizzazioni sindacali, provvedimenti iniqui e punitivi in tutte le forme fino allo sciopero nazionale".

La vaghezza dei confini degli interventi in preparazione - continuano i medici - alimenta il timore che medici e dirigenti sanitari dipendenti vengano ancora una volta chiamati a pagare confusioni lessicali o la colpa di lavorare per il Paese. "Un nuovo attacco ai loro stipendi, identificati come sprechi da tagliare, segnalerebbe, però, una pericolosa linea di frattura tra politica e categorie professionali impegnate in un settore di particolare rilevanza sociale, quale la tutela della salute pubblica. I tagli alla sanità, lungi dall’essere a invarianza di servizi, hanno già prodotto una caduta della quantità e qualità delle prestazioni al punto che il sistema sanitario risponde ancora ai propri fini istituzionali solo grazie all’abnegazione e alla passione di medici, dirigenti sanitari, infermieri".

"Annunciare che non solo le retribuzioni resteranno inchiodate ai valori nominali del 2010 (fino al 2020?), ma che si rimette le mani nelle tasche dei loro camici riducendo gli stipendi a partire dal prossimo mese, è segno di arroganza - sottolinea l'Anaao - condita con la scarsa consapevolezza del ruolo che gioca la difesa della salute nei periodi di crisi. Eppure la Grecia è vicina. La sanità è sottoposta dal 2009 al blocco dei contratti di lavoro, senza però avere goduto degli scatti di anzianità concessi nel frattempo alla scuola o di indennità erogate al comparto sicurezza, con conseguente perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni di circa il 20%. Colpire i professionisti significa, però, colpire la sanità pubblica favorendone una strisciante privatizzazione alla fine della quale toccherà ai cittadini colmare il gap tra costi e servizi".

 


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