Tumori, 7 malati su 10 vincono il cancro, +15% in 10 anni
Tumori, 7 malati su 10 vincono il cancro, +15% in 10 anni

Due milioni di italiani hanno sconfitto la malattia 

Oggi quasi 7 italiani su 10, tra quelli che hanno ricevuto una diagnosi di uno dei tumori frequenti, guariscono. Una percentuale aumentata del 15% negli ultimi 10 anni. Sono i dati presentati dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) durante il convegno sullo 'Stato dell'oncologia' in Italia, in corso oggi a Roma.

"Nel 2015 sono stati stimati 363 mila nuovi casi di cancro nel Paese - ha spiegato Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom - e possiamo dire che molto più della metà guarirà". Le percentuali sono ancora maggiori per i due tumori più diffusi, con quello della prostata che ha tassi di guarigione del 91%, mentre quello del seno dell'87%.

Attualmente in Italia tre milioni di persone vivono con una diagnosi di tumore, mentre due milioni possono affermare di aver sconfitto la malattia. Se sul fronte delle cure ci sono stati fatti molti progressi -sottolineano gli esperti - su quello della prevenzione c'è ancora molto da fare, con il 40% dei casi che potrebbe essere evitato con una maggiore prevenzione, con lo stop al fumo, con una dieta corretta a una maggiore diffusione della vaccinazione per l'Hpv.

La prevenzione è uno dei principali impegni degli oncologi, ma di pari passo c'è la necessità di garantire cure migliori. E per farlo l'Aiom, dal convegno in corso nella Capitale, propone alle istituzioni la creazione immediata di un Fondo nazionale per l'oncologia. "Il Fondo - spiega Carmine Pinto - può essere finanziato con le accise sul tabacco, 1 centesimo in più a sigaretta, per colpire una delle cause del tumore al polmone, tra le forme più diffuse, con circa 41.000 nuove diagnosi registrate nel 2015. Terapie innovative sempre più efficaci consentono ai pazienti di vivere a lungo, in alcuni casi più di 5 anni con una buona qualità di vita, anche se colpiti da patologie particolarmente aggressive come il melanoma avanzato che fino a pochi anni fa era caratterizzato da una sopravvivenza di 6-9 mesi".

"L'istituzione di un Fondo non deve esimerci dall'obbligo dell'appropriatezza - sottolinea Stefania Gori, presidente eletto Aiom - Sono ancora troppi gli esami impropri, un problema che riguarda in particolare i marcatori tumorali. Questi test sono utilizzati in oncologia da più di 40 anni, ma oggi il loro uso sta diventando eccessivo rispetto al numero dei pazienti oncologici, perché vengono impiegati a scopo diagnostico in persone non colpite dalla malattia. Nel 2012 sono stati eseguiti oltre 13 milioni di marcatori tumorali, a fronte di 2 milioni e 300 mila italiani che vivevano dopo la diagnosi (oggi sono più di 3 milioni). La soluzione è rappresentata dalla uniformazione a livello nazionale delle indicazioni per un loro uso appropriato, per questo l'Aiom entro il 2016 presenterà un documento condiviso con la Sibioc (biochimici clinici) e altre società scientifiche”.

"Data la bassa specificità di quasi tutti i biomarcatori - continua Pinto - l'impiego a scopo diagnostico e durante il follow-up comporta un'alta probabilità di incorrere in risultati falsi positivi che, di fronte al numero complessivo di richieste, potrebbe riguardare in Italia ogni anno centinaia di migliaia di persone non affette da tumore, che almeno in parte vengono sottoposte a ulteriori accertamenti di conferma o esclusione di una possibile neoplasia. L'eccessivo utilizzo di esami in scenari inappropriati rappresenta oggi un problema socio-sanitario complesso. Sono evidenti le conseguenze psicologiche e fisiche sul paziente, e pesanti le ricadute sul piano della organizzazione e fruizione dei servizi, quindi anche economiche, che possono far seguito all'impiego di marcatori tumorali, di esami diagnostici di imaging e esami endoscopici prescritti in modo improprio".

 


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