Lorenzin, nuovo Piano nazionale Aids in Css il 13 per via libera
Lorenzin, nuovo Piano nazionale Aids in Css il 13 per via libera

Il ministro, non saranno solo intenzioni ma ci saranno obiettivi da raggiungere e monitoraggio 

Il nuovo Piano nazionale contro l'Aids è in dirittura d'arrivo. "Il 13 dicembre sarà discusso dal Consiglio superiore di sanità. E speriamo venga approvato. Potrà passare poi al vaglio delle Regioni per l'ok definitivo e la concreta applicazione sul territorio". Lo ha annunciato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che oggi, in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, ha incontrato i giornalisti nella sede del ministero, a lungotevere a Ripa, da ieri illuminato per sottolineare l'importanza della data: "Ci siamo trasformati - ha detto Lorenzin - in una grande bandiera contro la malattia. L'edificio rimarrà illuminato per tutto il weekend. E sul display, che abbiamo posizionato sulla facciata, scorreranno cifre, slogan, il numero verde dedicato, indicazioni sui siti per approfondimento".

Il nuovo Piano nazionale, ha spiegato il ministro, permetterà di adeguare la lotta alla malattia al nuovo contesto in cui si inserisce, e "non saranno solo intenzioni scritte sulla carta - ha assicurato - Ci sono obiettivi chiari che saranno monitorati".

Gli obiettivi del Piano sono: la messa a punto e la realizzazione di modelli di intervento per ridurre il numero delle nuove infezioni; facilitare l'accesso al test per far emergere il sommerso; garantire a tutti l'accesso alle cure; favorire il mantenimento in cura dei pazienti diagnosticati e in trattamento; migliorare lo stato di salute e di benessere delle persone che vivono con Hiv e Aids; coordinare i piani di intervento sul territorio nazionale; tutelare i diritti sociali e lavorativi delle persone che vivono con Hiv e Aids; promuovere la lotta allo stigma; promuovere l'informazione e il coinvolgimento attivo delle popolazioni a rischio.

Il 'Piano Nazionale di interventi contro l’Hiv e Aids' prevede per ogni obiettivo definito i risultati da raggiungere e gli indicatori di risultato e di percorso. In particolare si punta ad aumentare la percentuale dei casi diagnosticati e mantenuti in cura fino al raggiungimento del 90% delle persone sieropositive e malati che, secondo le stime, vivono in Italia. Tra gli altri risultati da raggiungere: attivare un percorso diagnostico terapeutico definito in almeno l’80% dei Centri clinici dedicati all'assistenza delle persone sieropositive o malate; ridurre a meno del 5% all’anno della perdita di contatto da parte dei Centri clinici con i pazienti seguiti dai centri; ridurre del 50% i casi di diagnosi tardiva di infezione.

Lorenzin ha sottolineato l'importanza di agire sulla consapevolezza, soprattutto nei giovani, e sulla diagnosi precoce. Se infatti negli ultimi tre anni i dati indicano una positiva riduzione dei nuovi casi, sono ancora troppe le persone che ignorano di avere il virus e arrivano tardi alle cure. Secondo i dati nel 2015, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con Aids aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi della malattia, indice di scarsa consapevolezza del contagio. E nell’ultimo decennio è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere Hiv positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di malattia, passando dal 20,5% del 2006 al 74,5% del 2015.

Prevenzione, informazione e comunicazione contro la malattia restano al centro del lavoro del ministero, ha concluso Lorenzin ricordando che, oltre al maxi schermo sulla facciata del ministero, dove campeggia la scritta 'Stop Aids' e si susseguono cifre e slogan (nel mondo 36,7 milioni di persone con Hiv; in Italia 3.444 nuove diagnosi di infezione da Hiv nel 2015; messaggio: non abbassare la guardia! Fai il test; Numero verde Aids e infezioni sessualmente trasmesse: 800861061) da ieri sulle emittenti radiofoniche nazionali viene diffuso uno spot contro la malattia interpretato da Raoul Bova.

 


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