Cgil Medici a Speranza, i pronto soccorso stanno chiudendo
Cgil Medici a Speranza, i pronto soccorso stanno chiudendo

Filippi, 'carenza di specialisti in tutte le aziende sanitarie, il ministro convochi subito i sindacati' 

"Il ministro della Salute Roberto Speranza convochi subito i sindacati", perché "i pronto soccorso stanno chiudendo. E' necessario un tavolo urgente con un calendario predefinito e costituto da ministeri e organizzazioni sindacali, un tavolo che sia snello e rapido tra gli attori realmente titolari del confronto". Ad affermarlo in una nota è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn, Andrea Filippi, sottolineando che "la carenza di medici specialisti" è una "questione inderogabile. Siamo colpevolmente già troppo in ritardo - avverte - dobbiamo intervenire subito con un 'Piano straordinario nazionale emergenza medici'".

La situazione, evidenzia ancora il dirigente sindacale, "è grave e paradossale: la carenza di medici specialisti che si registra ormai in tutte le aziende sanitarie del territorio, causata dall'indecente programmazione messa in campo da tutti i governi che si sono succeduti in questi 20 anni, sta costringendo le Regioni a mettere in campo le soluzione più disparate. Soluzioni - evidenzia - che presentano inevitabili criticità, spesso anche pericolose in termini contrattuali e formativi, con gravi ricadute sulla qualità delle prestazioni: il Veneto con la proposta di far lavorare i pensionati e ora i non specialisti, il Molise che voleva richiamare i medici dell'esercito nei pronto soccorso, mentre più accettabili le soluzioni di Sicilia e Toscana che creano canali formativi paralleli in assenza di specialisti qualificati".

La situazione "però non è nuova e noi non possiamo far finta di non vedere - ammonisce Filippi - Da anni nei pronto soccorso lavorano medici non specialisti e spesso con contratti libero professionali o peggio a gettone. Smettiamola di sparare sulle soluzioni, sicuramente critiche, ma inevitabili, di Regioni e aziende. E' il momento di assumersi la responsabilità di affrontare il problema in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, in modo strutturale, aumentando i contratti di specializzazione e riformando la medicina territoriale, vera causa dell'iperafflusso nei pronto soccorso. Ora - conclude - serve soprattutto un intervento urgente, anche se transitorio, che coniughi le esigenze degli organici con quelle formative. Nessuno ha la soluzione in tasca e non è il momento di rivendicare la primazia del migliore programma di amministrazione creativa".

 


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