Nonostante il crollo di un quarto nelle diagnosi causato da Covid
Nell'Europa schiacciata dalla morsa di Covid-19, non si ferma nemmeno la pandemia di Hiv. Negli ultimi 3 decenni il virus dell'Aids ha colpito nella regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) oltre 2,2 milioni di persone, di cui più di 560mila in Unione europea e Spazio economico europeo (See). E anche nel 2020 quasi 105mila persone (104.765) hanno ricevuto una nuova diagnosi di infezione da Hiv, nonostante il calo di circa un quarto (24%) nel tasso di nuovi casi individuati tra il 2019 e il 2020 a causa di Covid e del suo impatto sui servizi sanitari.
Secondo il rapporto congiunto diffuso dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall'Oms Europa alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids che si celebra il primo dicembre, la stragrande maggioranza delle nuove infezioni (81%) è stata diagnosticata nell'Europa dell'Est, il 15% nell'area occidentale e il 4% in quella centrale. Le nuove diagnosi riportate nella Federazione Russa rappresentano il 57% di tutti i casi identificati nella regione europea dell'Oms. In particolare, i casi segnalati dall'Ucraina sono il 15% di quelli registrati nella regione.
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