Alimenti: 6 pazienti su 10 sbagliano cure per allergie, si fidano del web

Bilò (Aaito), a specialista si preferisce dieta 'fatta in casa', rischio per bimbi e anziani 

Roma, 25 ott. (Adnkronos Salute) - C'è troppa disinformazione, soprattutto nel campo delle allergie e intolleranze alimentari. "Il 60% dei pazienti ha praticato cure errate e ha riscontrato diagnosi diverse da quelle che, da soli, avevano scoperto sul web visitando siti che facilitano l'autodiagnosi, spesso sbagliata". E' l'allarme lanciato da Maria Beatrice Bilò, nuovo presidente dell'Aaito, l'Associazione allergologi ed immunologi territoriali ed ospedalieri, che apre oggi il Congresso nazionale ad Ancona. "Sono molte le persone che credono di essere allergiche o intolleranti ad un alimento e si curano senza aver contattato degli esperti - afferma Bilò - con una dieta 'fatta in casa' che potrebbe provocare disturbi reali, soprattutto nei bambini ed anziani".

Nel corso del congresso saranno presentati gli aggiornamenti di una ricerca sulle allergie alimentari condotta in 17 centri, distribuiti in 10 regioni italiane, che ha coinvolto oltre 25 mila pazienti adulti. I risultati hanno evidenziato che frutta e verdura (72%) rappresentano le allergie di gran lunga più comuni, seguite da: crostacei (13%), pesce (4%), latte (3%), uovo (3%) e cereali (2%).

Nei pazienti con allergia ad alimenti di origine vegetale la proteina allergenica più frequentemente responsabile di sensibilizzazioni, e quindi di reazioni allergiche, è la Ltp (Lipid transfer protein), un allergene del regno vegetale frequentemente 'cross-reagente' presente nella pesca, albicocca, prugna ma anche noce, nocciola, arachide, mais, riso. "Sembra che la prevalenza dell'allergia all'Ltp aumenti gradualmente con la latitudine, con un marcato aumento nelle regioni meridionali", avverte l'Aaito. (segue)

(Adnkronos Salute) - "I cibi più preoccupanti per la dieta mediterranea - spiega Floriano Bonifazi, direttore del Dipartimento di malattie respiratorie e allergiche dell'Azienda ospedaliera-Ospedali Riuniti di Ancona - sono il pesce non cotto, come le acciughe marinate, peculiarità di tutto il Mediterraneo, che possono provocare orticaria, ma anche alcuni tipi di vegetali che contengono la proteina Ltp. Questo allergene - precisa - una volta ingerito potrebbe addirittura provocare shock anafilattico. Infatti, secondo uno studio riguardante la regione Marche, in oltre 5 mila casi di shock anafilattico, il 40% dei pazienti è stato colpito proprio da questo allergene".

Durante il congresso la Federazione delle società italiane di allergologia e immunologia clinica presenterà un importante documento sui vaccini anti-allergici con l'obiettivo di giungere ad un Consensus italiano su aspetti maggiormente correlati alla realtà clinica, agli aspetti regolatori, ai contesti gestionali e organizzativi nei quali questa terapia viene praticata, alle problematiche dei rimborsi per i quali sussiste una completa difformità nelle diverse Regioni e per intraprendere adeguate azioni innovative per la diffusione e la conoscenza di una terapia fondamentale per la cura della rinite, dell'asma allergico e delle allergie al veleno di imenotteri.

 


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