Sanità: politici uniti in cerca di una soluzione su armi chimiche

obiettivo, mappatura e risanamento ambientale 

Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute ) - L'allarme "armi chimiche" degli ordigni bellici inabissati nei mari italiani mette d'accordo, per una volta, politici di ogni colore. Dal Pd all'Udc passando per Italia dei Valori e Radicali, esponenti di Camera e Senato intervenuti oggi alla presentazione del dossier "Armi chimiche: un'eredità ancora pericolosa" di Legambiente e Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche, hanno fatto cerchio promettendo di prendere le misure necessarie per far fronte a una situazione troppo a lungo rimandata: avvio di un'indagine conoscitiva, mappatura dei siti contaminati, bonifica e risanamento ambientale.

Li divide solo la richiesta, avanzata dal Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche, di istituire una Commissione straordinaria ad hoc. "Invece di pensare a commissioni straordinarie, o di continuare con interrogazioni parlamentari a cui nessuno risponde, dobbiamo cercare di capire cosa è possibile fare con gli strumenti che abbiamo a disposizione - spiega il senatore del Pd Francesco Ferrante - la cosa migliore è avviare un'indagine conoscitiva del Parlamento attraverso la Commissione Ambiente".

Oppure, "coinvolgendo la Commissione Rifiuti", propone il senatore Pd Roberto Della Seta, anche lui contrario all'ipotesi di istituire una nuova commissione, ma d'accordo con l'avvio immediato di un'indagine conoscitiva "ascoltando la Difesa, le istituzioni e i cittadini in modo da poter indicare la strada da percorrere nel giro di qualche mese". Esclusa, per i senatori del Pd, l'ipotesi di avviare procedimenti per richiedere che i Paesi responsabili si facciano carico delle bonifiche di ciò che hanno lasciato in Italia, "basterebbe un'ala di un F 35 per finanziare gli interventi necessari", aggiunge Della Seta. (segue)

(Adnkronos Salute ) - Elisabetta Zamparutti del partito Radicale, invece, non escluderebbe "una chiamata in correo per le forze anglo-americane che ci hanno lasciato questa eredità e non escluderei neanche l'idea di una commissione d'inchiesta che ruba tempo, è vero, ma ha sostanzialmente gli stessi poteri della magistratura. Bene, invece, l'indagine conoscitiva".

"E' escluso che si possano chiedere danni di guerra ad altri Paesi ed è esclusa anche l'idea della commissione d'inchiesta, dovremmo invece coinvolgere le Regioni - aggiunge David Favia, Italia dei Valori - creando un organismo che abbia i poteri per procedere con la mappatura dei siti da bonificare. Per i finanziamenti, potremmo utilizzare i fondi europei, visto che sono tanti quelli inutilizzati dall'Italia. A questo proposito, stiamo per avviare la Macroregione Adriatica che ha diritto a fondi particolari da parte dell'Ue: attraverso una mozione, si potrebbero inserire le bonifiche nelle attività della Macroregione".

L'ipotesi del coinvolgimento dell'Unione Europea piace anche a Roberto Rao (Udc), che plaude all'indagine conoscitiva, alla mappatura e all'ipotesi di mettersi al lavoro "per lavorare ad un progetto di legge trasversale e di utilizzare una rete grazie alla quale i cittadini possano denunciare le situazioni alla istituzioni".

 


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