Medicina: 120 mila italiani colpiti da trombosi ogni anno

Studio italiano, aspirina piu' sicura dopo farmaci anticoagulanti 

San Diego, 12 dic. (Adnkronos Salute) - Sono 120 mila gli italiani che, ogni anno, devono fare i conti con il tromboembolismo venoso (Tev), un disturbo della coagulazione che include sia la trombosi venosa profonda che l'embolia polmonare, in tutti i casi potenzialmente mortale. I pazienti che soffrono di Tev vengono trattati con farmaci anticoagulanti orali, come il warfarin, per aiutare a sciogliere i trombi o gli emboli presenti e per prevenire il ritorno del coagulo di sangue. Ma una nuova ricerca italiana dimostra che la somministrazione di aspirina dopo la terapia standard per il tromboembolismo venoso può prevenire le recidive con minori effetti collaterali, a un costo inferiore.

Lo studio Warfasa, portato avanti dall'università di Perugia, è stato presentato in occasione del 53esimo Congresso annuale della American Hematology Society (Ash), in corso a San Diego (Usa). A illustrarla Cecilia Becattini, ricercatrice dell'ateneo umbro: "Oggi abbiamo a disposizione dei farmaci anticoagulanti che aiutano nella fase acuta del disturbo e a contrastare le recidive. Ma espongono i pazienti a un rischio di emorragie maggiori, incluse quelle cerebrali, pari al 3% e li obbligano a esami e visite continue per la modulazione della posologia. Abbiamo dunque voluto testare l'ipotesi che la terapia con aspirina potesse rappresentare un'alternativa valida, dopo 6-12 mesi in cura standard con anticoagulanti orali. Abbiamo randomizzato in doppio cieco il nostro panel di pazienti, trattandone 205 con aspirina e 197 con placebo.

Ne è emersa una riduzione del 40% delle recidive di Tev nel gruppo in cura con aspirina, senza aumento del rischio di emorragie. E' vero, gli anticoagulanti orali tagliano fino al 90% le recidive, ma per alcuni pazienti" il pericolo può essere superiore ai benefici. Negli anni scorsi "c'è stato un dibattito significativo sull'utilità di somministrare aspirina a un paziente che soffre di Tev - conclude Becattini - Il nostro studio ora dimostra che questo farmaco, comune e di basso costo, può davvero essere una valida alternativa agli anticoagulanti orali".

 


Torna alle notizie di medicina / ematologia