Sanità: taglio letti ematologia fino al 25%, a rischio cure malati cancro

Pane (Sie), serve gestione virtuosa attuali risorse a disposizione 

Roma, 12 nov. (Adnkronos Salute) - Il taglio dei posti letto previsto dal decreto spending review rischia di mettere a rischio le cure per i pazienti colpiti da patologie del sangue. "Secondo le nostre valutazioni - afferma Fabrizio Pane presidente Società italiana di ematologia italiana (Sie) - abbiamo un deficit di posti letto per le strutture ematologiche che arriva a punte del 25% come in Campania, ma la media nazionale è comunque del 15-25%. I pazienti con leucemie - prosegue - hanno bisogno di un'assistenza peculiare e di terapie intensive nelle fasi acute che sono cinque volte più complicate rispetto ad altri malati. E il ricovero è l'unica soluzione".

"Anche se oggi l'assistenza ai pazienti non è solo legata alle terapie in ospedale, ma si avvale anche di attività ambulatoriali", per Pane "dobbiamo, con l'aiuto del ministero della Salute, migliorare la programmazione della risorse a disposizione in maniera virtuosa". I progressi dell'ematologia e la sostenibilità dei costi sempre crescenti per il Servizio sanitario nazionale sono i temi al centro del convegno 'I progressi dell'ematologia e la sostenibilità finanziaria', organizzato a Roma dalla Società italiana di ematologia del Lazio e dal Ceis.

"Analizzando i dati nazionale del ministero della Salute - precisa Pane - si osserva che gli attuali posti letto in ematologia sono occupati per l'85-90%. Questo significa che tutte le disponibilità sul territorio nazionale vengono coperte dai pazienti che ne hanno reale bisogno". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Nell'incontro di oggi - sottolinea l'esperto - abbiamo avuto l'occasione di confrontarci con Francesco Bevere, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, che ci ha rassicurato sull'attenzione del dicastero verso le problematiche che sta attraversando l'ematologia italiana".

Secondo Pane, "è necessario anche aumentare le collaborazioni tra pubblico e privato per lo sviluppo delle sperimentazioni cliniche in grado di migliorare le terapie farmacologiche attulmente offerte ai malati. Rispetto a 15 anni fa - osserva - le cure sono cambiate molto. Siamo passati dai chemioterapici che costavano poche centinaia di euro a terapie innovative, che arrivano a costare 10-20 mila euro, ma - conclude - hanno quadruplicato l'aspettativa di vita dei pazienti e in tanti casi portato alla guarigione".

 


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