Salute: noduli tiroide per 30-50% donne, nuova diagnostica riduce interventi

Ad Ariccia il 27 e 28 settembre convegno per fare il punto su patologie 

Roma, 25 set. - (Adnkronos Salute) - I noduli tiroidei affliggono il 30-50% delle donne in età fertile. Oggi nuove tecniche diagnostiche possono ridurre il ricorso alla chirurgia. "L’uso combinato dell’ecografia e dell’esame citologico con ago sottile ha consentito di individuare le lesioni a rischio di malignità e di ridurre il numero degli interventi di tiroidectomia a scopo diagnostico-precauzionale". Afferma Enrico Papini, responsabile scientifico Associazione medici endocrinologi (Ame). "Tuttavia, le casistiche chirurgiche dimostrano che la maggioranza degli interventi di asportazione della tiroide - aggiunge - è tuttora eseguito su casi che si rivelano benigni. Questo dato fa riflettere sull’opportunità di evitare ai pazienti interventi non necessari, e le conseguenze potenzialmente sfavorevoli che talora ne derivano".

"Allo scopo - precisa Papini - sono state recentemente impiegate varie tecniche mini-invasive, eseguibili senza ricovero né necessità di anestesia generale. Ciò consente di mantenere, anche se parzialmente, la funzione della tiroide evitando i costi sociali e sanitari della chirurgia e la necessità di una terapia sostitutiva per tutta la vita". L’accurata messa a punto dei temi più rilevanti e controversi della patologia tiroidea è l’obiettivo del workshop 'Thyroid UpToDate 2013 - Patologia tiroidea fra certezze e zone grigie' che si terrà ad Ariccia (Roma) il 27 e il 28 settembre.

Evento al quale parteciperanno numerosi esperti italiani e internazionali. "Stiamo osservando un incremento delle malattie della tiroide - sottolinea Papini, direttore Uoc endocrinologia e malattie metaboliche dell’ospedale Regina Apostolorum-Italian Hospital Group di Albano Laziale - è un trend che vedrà, nei prossimi 20 anni, aumentare ulteriormente questi disturbi, che già oggi colpiscono oltre il 10% della popolazione femminile. Le malattie più frequenti sono la tiroidite di Hashimoto, una patologia autoimmune che può progressivamente indurre l’ipotiroidismo, i noduli e i tumori alla tiroide che, grazie alla diagnosi precoce, vengono guariti nella maggioranza dei casi". (segue)

(Adnkronos Salute) - L’obiettivo che si pongono gli esperti è quello di limitare gli interventi chirurgici, quando il nodulo alla tiroide è benigno, ai soli pazienti che presentino ipertiroidismo o sintomi compressivi non altrimenti gestibili.

Per questi motivi, un gruppo di lavoro formato dalle Società Italiane di Endocrinologia e dalla Società Italiana di Anatomia Patologica ha messo a punto una classificazione diagnostica più precisa. Vengono inoltre proposte tecniche bioptiche che, sotto guida ecografica, consentono di ottenere piccoli campioni di tessuto tiroideo (e non semplici cellule come avviene con il tradizionale agoaspirato) che permettono una più affidabile determinazione dei marcatori tumorali eliminando, anche se non del tutto, le 'aree grigie' dell’agoaspirato.

 


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