Medicina: 17 mila italiani l'anno muoiono per epatite C

Esperti in congresso a Milano, focus su nuovi 'super farmaci' in arrivo 

Milano, 9 mag. (Adnkronos Salute) - L'epatite C è un'infezione che riguarda più di 1 milione di italiani, e sono circa 17 mila i connazionali che ogni anno muoiono per malattia epatica cronica. Fra questi, circa 10 mila vengono uccisi da un tumore al fegato associato al virus Hcv. Un problema medico, ma anche economico: la spesa annua per il Servizio sanitario nazionale ammonta a circa 520 milioni, con una perdita di quasi 8 milioni di giornate lavorative. Sono i dati che fanno da cornice al primo Congresso internazionale Ice-Insieme contro l'epatite, 'Epatiti virali tra presente e futuro', che si aperto oggi a Milano nello spazio Eventiquattro del Sole 24 Ore. Una due giorni organizzata da Donne in rete onlus e Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali), che si rivolge a medici infettivologi, gastroenterologi, epatologi, infermieri, pazienti e associazioni.

"I pazienti affetti da epatopatia cronica C stanno attraversando un periodo storico di enorme cambiamento per quanto riguarda le possibilità di cura dell'infezione - spiega Massimo Andreoni, presidente Simit, direttore dell'Istituto di malattie infettive e tropicali del Policlinico Tor Vergata di Roma - Ci troviamo di fronte a uno scenario in cui la possibilità di guarire eradicando l'infezione appare come una realtà per la grande maggioranza dei pazienti se non per tutti, anche se magari non nell'immediato futuro". Uno degli argomenti in agenda al meeting milanese sono infatti i 'super-farmaci' in arrivo: un'opportunità per i malati, un banco di prova per la sostenibilità del sistema sanitario. (segue)

(Adnkronos Salute) - "A breve - ricorda Antonella Cingolani, vice presidente Donne in rete onlus, dirigente medico dell'Istituto di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma - saranno disponibili farmaci che, rispetto all'attuale standard di cura (interferone peghilato e ribavirina), consentiranno di 'costruire' regimi terapeutici più tollerabili e maneggevoli, con riduzione significativa degli effetti collaterali, del numero di compresse e del tempo di trattamento. La prospettiva per il 2020 è di poter avere a disposizione terapie attive su tutti i genotipi, senza bisogno di interferone peghilato".

"Affrontare per tempo il tema delle epatiti per le istituzioni sanitarie è una necessità programmatoria - afferma Rosaria Iardino, Presidente Donne in Rete onlus - poiché l'esito della malattia non tempestivamente curata è particolarmente critico e oneroso in termini di salute pubblica Quello alla salute è un diritto che deve essere garantito, così come deve essere garantito l'accesso alle cure a tutti i pazienti".

 


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