Medicina: mago italiano bisturi anti-diabete, a Londra per capire come funziona

All'estero da 15 anni, ma se ci fossero condizioni tornerei 

Roma, 28 gen. (Adnkronos Salute) - Una scoperta fatta un po' per caso - dopo essersi imbattuto in pazienti diabetici ed extralarge che, con la chirurgia bariatrica, avevano visto migliorare misteriosamente la glicemia - che è diventata una sorta di "missione professionale", portandolo dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna. E' la storia del mago italiano del bisturi anti-diabete, il calabrese Francesco Rubino, che a 43 anni si è appena aggiudicato la prima Cattedra universitaria al mondo in Chirurgia bariatrica e metabolica per il trattamento del diabete presso il King's College di Londra. "Una grande emozione - racconta Rubino all'Adnkronos Salute, che lavora all'estero ormai da 15 anni - Ora spero di riuscire a comprendere appieno i meccanismi attraverso i quali la chirurgia nata come arma anti-obesità migliora il diabete".

"Anche perché per la prima volta abbiamo mostrato che questa malattia non è invincibile e che si può vivere senza il diabete", sottolinea. Gli studi di Rubino si sono concentrati sui diabetici considerati 'normali', ossia non obesi. "In moltissimi casi c'è stata remissione della malattia, che continua anche per 20 anni - spiega l'esperto che ha operato centinaia di pazienti diabetici e migliaia di obesi, raggiunto telefonicamente a Londra - Abbiamo anche visto che la recidiva è più probabile nei pazienti con malattia avanzata. Questo ci dice che è importante intervenire il prima possibile, proprio come accade con altre patologie. Ma anche che ci sono aspetti da approfondire, meccanismi che operano indipendentemente dal peso e dall'insulina. L'intestino - dice il medico - sembra davvero cruciale per regolare il metabolismo".

E se l'idea di finire sotto i ferri per liberarsi del diabete può fare paura, "già si stanno studiando metodiche alternative al bisturi per ottenere gli stessi effetti della chirurgia bariatrica contro il diabete di tipo 2". (segue)

(Adnkronos Salute) - Rubino cita ricerche e pubblicazioni su questo tema, ricordando come nel 1999 questo approccio fosse guardato con scetticismo da molti colleghi. "Uno scetticismo che però ha avuto l'effetto positivo di stimolarmi a studiare sempre più. Penso che la storia della chirurgia bariatrica anti-diabete ricordi un po' quella dell'aspirina. Nata come farmaco anti-dolore e febbre, si sono scoperti poi quasi per caso importanti effetti salva-cuore e anti-ictus, tanto che oggi il medicinale è usato principalmente a questo scopo. Ebbene, la chirurgia bariatrica può avere questa 'seconda vita' nel caso del diabete, ma certo occorre disegnare un approccio che consenta ai pazienti trattati di essere seguiti e monitorati nel tempo, come accade per esempio a chi viene operatori di tumore".

L'incarico a Londra dimostra il crescente interesse per questo tipo di trattamento del diabete in tutto il mondo. "E' anche una questione di numeri: la malattia cresce, e l'idea di modificarne la storia è affascinante e stimolante. La ricerca procede in tutto il mondo, e ogni mese escono pubblicazioni su questo tema. L'istituzione a Londra di una Cattedra di chirurgia bariatrica e metabolica - nota l'esperto, che continua a collaborare con l'Università Cattolica, pur non svolgendo attività clinica - dimostra la visione lungimirante di questa università e l'ambizione di modellare la pratica clinica e la ricerca futura in uno dei campi più affascinanti della medicina moderna".

Il ruolo di Rubino a Londra includerà "lo sviluppo di un modello di cura multidisciplinare, per ridurre il rischio cardiovascolare e quello a lungo termine di mortalità associati a diabete e obesità". Una "missione professionale" che terrà Rubino lontano dall'Italia, "ma certo il desiderio di tornare c'è: si tratta del mio Paese, e se ci fossero le condizioni tornerei", conclude il medico.

 


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