Infezione virale o batterica, verso nuovo strumento che aiuta medici
Infezione virale o batterica, verso nuovo strumento che aiuta medici

Obiettivo ridurre l'uso non necessario di antibiotici e a contrastare i super-bug 

Antibiotico sì o antibiotico no? Per rispondere a questa domanda ed identificare con certezza un'infezione virale, distinguendola da quella batterica, un team di ricercatori dell'University of Rochester Medical Center sta lavorando ad un dispositivo ad hoc. Lo strumento punta a ridurre l'uso non necessario di antibiotici e a contrastare i super-bug.

Lo studio, descritto su 'Scientific Reports', ha permesso i identificare 11 marker genetici nel sangue che permettono di distinguere accuratamente le infezioni virali da quelle batteriche. Gli antibiotici contrastano le ultime, ma non andrebbero usati per combattere i virus. "E' estremamente difficile interpretare cosa ci sia all'origine di un'infezione del tratto respiratorio, specie in pazienti molto malati che si presentano in ospedale con febbre alta, tosse, fiato corto e altri sintomi allarmanti - spiega Ann Falsey, fra gli autori dello studio - Il mio obiettivo è sviluppare uno strumento che aiuti i medici ad escludere o accertare un'infezione batterica con sufficiente certezza" e trattarla o meno con gli antibiotici. Il progetto di Falsey ha attirato l'attenzione del governo federale.

La studiosa è infatti una dei 10 semifinalisti dell'Antimicrobial Resistence Diagnostic Challenge, una sfida sponsorizzata dai National Institutes of Health per combattere la diffusione dei batteri resistenti. Selezionata tra 74 candidati, Falsey ha ricevuto 50 mila dollari per continuare il suo studio e sviluppare il prototipo di un test diagnostico, ad esempio un esame del sangue, che utilizzi i marker genetici identificate dal suo team.

Il gruppo ha coinvolto 94 persone ricoverate con infezioni delle basse vie respiratorie, raccogliendo dati e campioni di sangue di ogni paziente e conducendo una batteria di test microbiologici per capire che tipo di infezione avessero i malati. Poi, usando un sistema di analisi genetica e statistica, sono stati identificati i marker nel sangue che hanno permesso di distinguere tra infezione virale e batterica con correttezza nell'80-90% dei casi. Il lavoro di ricerca va avanti, e il team ha brevettato il metodo diagnostico. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention i superbug resistenti agli antibiotici causano almeno 2 mln di infezioni e 23 mila morti l'anno solo negli Usa.

 


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