Int Milano, al via maxi programma quadriennale di ricerca
Int Milano, al via maxi programma quadriennale di ricerca

Quattro priorità da prevenzione a casi rari e complessi, e con 5 mln da 5xmille finanziati 6 progetti 

Programmare il presente dei laboratori, guardando al futuro. E' la via scelta dall'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, che oggi in occasione della Giornata della ricerca 2018 ha presentato nell'Aula magna 'Gianni Bonadonna' il suo maxi programma quadriennale: una road map tracciata per ottenere una migliore pianificazione delle strategie, individuare le priorità e concentrarsi sulle linee di ricerca più innovative. L'Int ne ha fissate 4: prevenzione primaria, secondaria e diagnosi precoce; medicina di precisione e innovazione tecnologica farmacologica e non; complessità e tumori rari; ricerca sanitaria e 'outcome research'.

"Un cambio di rotta importante", lo definiscono dall'Irccs, "approvato a livello istituzionale dal ministero della Salute". Nel programma ci sono "le nuove priorità dell'Int su cui fondare la ricerca - sottolinea il direttore scientifico Giovanni Apolone - Le nuove linee diventano soprattutto uno strumento di programmazione con un responsabile di riferimento con il compito di definire un programma di azione, e i fondi vengono allocati a ogni singola ricerca". E' un anno speciale questo per l'Istituto: nato nel 1928, compie 90 anni, tempo di bilanci con un occhio al domani.

"La Giornata della ricerca - interviene Enzo Lucchini, presidente dell'Int - rappresenta un importante momento di riflessione nel nostro Istituto e di confronto tra ciò che fa parte del nostro bagaglio attuale di conoscenze e i progetti per il futuro, tra gli illustri esperti che hanno contribuito al raggiungimento di obiettivi fondamentali e i giovani ricercatori che con la loro attività stanno contribuendo alla ricerca che verrà". Ricerca che ha fra i suoi alleati anche i cittadini, sottolineano da via Venezian. Con il 5xmille nel biennio 2017-2017 sono stati raccolti 5 milioni di euro e la somma è stata destinata a 6 progetti che, per la prima volta, vengono raccontati dai ricercatori stessi. "Per ringraziare chi ci aiuta", evidenzia Apolone.

Nell'Irccs milanese "la ricerca si mantiene sempre a livelli elevati, tanto da rappresentare spesso lo start ai cambiamenti nella diagnosi e nella cura - fa notare il direttore generale Luigi Cajazzo - Questo rende l'Int riferimento nazionale e internazionale in campo oncologico". La ricerca corre, mette a segno nuovi progressi: dai 'Basket study' che testano l'efficacia dei farmaci in pazienti che non hanno più un unico tumore, ma malattie diverse con lo stesso profilo molecolare, fino alla possibilità per alcune forme di scegliere la terapia personalizzata in funzione del profilo genetico e molecolare del paziente.

"Emerge sempre di più un fenomeno noto e ora molto studiato, vale a dire la capacità del cancro di mutare e resistere alle terapie - continua Apolone - Questo ci sta portando a delineare una ricerca sempre più tecnologica, ma senza perdere di vista il paziente che andrà seguito nel tempo per studiare le caratteristiche mutevoli del cancro e trovare la terapia più appropriata a seconda della fase della malattia". Oggi, evidenziano gli esperti, le parole d'ordine sono: medicina di precisione e medicina personalizzata: non si parla solo di terapie mirate alle caratteristiche del tumore, ma anche di maggior precisione in ogni campo d'azione della medicina, dalla prevenzione primaria alla sorveglianza del paziente reso privo di malattia, ma ancora suscettibile di ricadute e progressioni. "Tutto va personalizzato, non solo le cure farmacologiche - osserva Apolone - Le nuove linee di ricerca vanno in questa direzione: fornire dati e informazioni per la migliore personalizzazione dell'intero ciclo di cure e assistenza".

Fra i progetti finanziati con il 5xmille, ci sono anche quelli di giovani ricercatori. Due in particolare all'inizio della loro carriera: Daniele Lecis del Dipartimento di ricerca, che studia come colpire le proteine 'inibitori di apoptosi' come strategia per ridurre l'aggressività, intrinseca e mediata dal microambiente, delle cellule tumorali; e Annalisa Trama del Dipartimento di ricerca, che si concentra su come assicurare le migliori cure e qualità di vita agli adolescenti e giovani adulti con tumore.

Gli altri 4 progetti che hanno beneficiato delle donazioni dei cittadini sono coordinati da ricercatori senior. Le sfide spaziano dalla caccia alle caratteristiche molecolari del carcinoma ovarico in stadio precoce (ricercatore responsabile Marina Bagnoli dell'Unità di terapie molecolari) alla ricerca sui predittori della risposta dei tessuti sani, alla radioterapia nel caso di trattamento di tumore alla prostata e al testa-collo (ricercatore responsabile Riccardo Valdagni, direttore Radioterapia oncologica 1 e Programma prostata).

E ancora: si studia un nuovo metodo per identificare i tumori della testa-collo e la presenza di infezione da Hpv tramite l'analisi dei composti organici volatili del respiro (ricercatore responsabile Lisa Licitra, direttore Struttura complessa oncologia medica 3 - tumori testa-collo) e come modificare il microambiente per rendere le neoplasie mammarie più riconoscibili al sistema immunitario (ricercatore responsabile Massimo Di Nicola, responsabile Immunoterapia clinica dei tumori e terapie innovative).

E sempre più la dimensione in cui si muovono gli scienziati è quella della complessità, qualcosa che va oltre i semplici dati e numeri. Un tema esplorato nella sua Lectio Magistralis dall'epistemologo Mauro Ceruti, ordinario di Filosofia della scienza allo Iulm di Milano e autore del saggio 'Il tempo della complessità'. "Oggi - riflette - le scienze biomediche studiano la biografia dei singoli organismi e ciò che le differenzia. Annunciano la possibilità di una medicina individualizzata dal punto di vista delle scoperte scientifiche, e questo attraverso il modo in cui le diverse dimensioni di una vita individuale la rendono irripetibile e unica".

 


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