Sinuc, 20% pazienti non supera tumore per malnutrizione
Sinuc, 20% pazienti non supera tumore per malnutrizione

"La malnutrizione non può più essere considerata un ineluttabile effetto collaterale della malattia a cui rassegnarsi" 

Il 20% dei malati cancro, circa 2 milioni di pazienti, non superano il tumore per le gravi conseguenze della malnutrizione. E' l'allarme lanciato dagli esperti riuniti a Firenze per il 2° Congresso nazionale della Sinuc-Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo, che ricordano come "un ruolo centrale e determinante spetta alla nutrizione clinica e artificiale dei pazienti oncologici con deterioramento nutrizionale dovuto alla stessa neoplasia in corso, allo stress chirurgico e al ridotto introito calorico".

"La malnutrizione non può più essere considerata un ineluttabile effetto collaterale della malattia a cui rassegnarsi - spiega il presidente della Sinuc, Maurizio Muscaritoli - E' infatti prevenibile e reversibile a patto che l'intervento nutrizionale sia il più tempestivo possibile, divenendo parte integrante delle cure oncologiche. La perdita di peso aumenta la tossicità indotta dalla radio-chemioterapia, peggiora la sensibilità delle cellule tumorali al trattamento antineoplastico, indebolisce le difese dell'organismo, aumenta la frequenza e la durata dei ricoveri, provoca aumento delle complicanze post-operatorie e scadimento della qualità di vita".

"Nel 20% dei casi - sottolinea lo specialista - i problemi metabolico-nutrizionali possono costituire una 'malattia nella malattia'. Infine le alterazioni del metabolismo, spesso indotte dal tumore, sono responsabili di uno 'spreco' di calorie e di muscolo con conseguente perdita di peso e quindi di forza fisica, nonché maggiore affaticamento".

"Per prevenire la perdita di peso e di forza fisica - insegna Muscaritoli - possono essere realizzati virtualmente tutti i tipi di trattamento nutrizionale: dalla prescrizione di un'adeguata dieta alimentare all'integrazione con prodotti specifici per bocca, fino alla nutrizione artificiale, parenterale o enterale in ospedale o a domicilio. Se il paziente è ancora in grado di alimentarsi adeguatamente per la via naturale, è certamente consigliata l'elaborazione di un piano dietetico personalizzato, il più possibile rispondente alle sue preferenze".

"A seconda della situazione clinica - precisa il numero uno della Sinuc - l'apporto calorico ritenuto adeguato dovrebbe essere di circa 30 kcal per kg di peso al giorno e quello proteico di circa 1,2 g per kg di peso al giorno. Valori inferiori, molto frequentemente riscontrati nei malati oncologici anche al momento della diagnosi, devono essere ritenuti a rischio di malnutrizione. Un introito calorico inferiore al 50-75% dei fabbisogni, per un periodo uguale o superiore a 7 giorni, richiede un intervento di nutrizionale artificiale".

"Considerata la patogenesi multifattoriale della malnutrizione (per difetto e per eccesso) nel malato oncologico - prosegue l'esperto - è indispensabile considerare le cure nutrizionali come parte integrante di un approccio multimodale e multiprofessionale che comprenda, in maniera variamente combinata, il supporto nutrizionale, la terapia farmacologica e l'attività fisica. Quest'ultima indispensabile per consentire il mantenimento e il recupero della massa e della funzione muscolare. Screening e valutazione nutrizionale devono entrare a far parte della valutazione multidimensionale del malato oncologico, durante tutto il percorso terapeutico 'attivo' e palliativo. E la presa in carico nutrizionale del malato oncologico va effettuata al momento della diagnosi di malattia e proseguita successivamente, come codificato nel cosiddetto 'percorso parallelo metabolico-nutrizionale per il malato oncologico'".

 


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