Trapianti, primi 2 di rene tra due coppie incompatibili
Trapianti, primi 2 di rene tra due coppie incompatibili

Al Gemelli e al San Camillo, merito di tecnica che 'ripulisce' sangue del ricevente evitando rigetto 

Effettuati con successo, per la prima volta in Italia al policlinico universitario Gemelli e all’ospedale San Camillo di Roma, due trapianti di rene con modalità crociata - fra 2 coppie non compatibili - e con il contemporaneo utilizzo della tecnica AB0 incompatibile, che consiste nel 'ripulire' il sangue del ricevente dagli anticorpi contro gli altri gruppi sanguigni in modo che non vi siano reazioni di rigetto. A due mesi dall’intervento i due donatori e i due riceventi godono di ottima salute, annunciano in una nota le due strutture coinvolte.

"Per risolvere le incompatibilità" che possono impedire di donare un rene a una persona cara con insufficienza renale cronica in dialisi, "abbiamo a disposizione due tecniche - spiegano Franco Citterio, a capo dell'equipe chirurgica dell’Unità operativa trapianti di rene del Gemelli, e Massimo Iappelli, del Dipartimento interaziendale trapianti Poit del San Camillo - il trapianto crociato e il trapianto con desensibilizzazione AB0". Nel caso in questione il gruppo sanguigno del donatore A non era compatibile con quello del ricevente D e quindi non era possibile effettuare lo scambio di coppia, che però è stato reso possibile desensibilizzando il ricevente D, rimuovendo dal suo sangue gli anticorpi contro il gruppo sanguigno del donatore A.

"Abbiamo dunque, per la prima volta in Italia, abbinato due diverse tecniche per risolvere una complessa rete di incompatibilità - proseguono i chirurghi - il trapianto crociato e la desensibilizzazione AB0. Sinora le due tecniche sono state considerate alternative e non complementari. Questi due trapianti non sarebbero stati possibili altrimenti", sottolineano.

Nel dettaglio, gli interventi di prelievo laparoscopico dei due reni donati si sono svolti contemporaneamente al policlinico Gemelli e al San Camillo. Quindi automezzi dell’Ares 118 hanno trasferito i due organi da un ospedale all'altro e sono iniziati i trapianti dei due reni, effettuati nelle due strutture capitoline. Determinante per il successo di questi trapianti è stata la stretta collaborazione con l’Unità operativa di emotrasfusione del Gemelli e con il laboratorio di tipizzazione tissutale Hla e immunologia dei trapianti del Centro regionale trapianti, che ha coordinato le attività logistiche insieme all’Ares 118.

"Il trapianto di rene da donatore vivente è oggi la migliore cura possibile per un paziente con insufficienza renale terminale - concludono Citterio e Iappelli - garantendo migliore sopravvivenza del paziente, migliore qualità di vita e costi significativamente minori rispetto al trattamento dialitico. L’integrazione tra le nuove possibilità tecniche e organizzative apre nuove possibilità di cura per i tanti pazienti in attesa di un trapianto di rene".

 


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