Salute: studio su insegnanti e cantanti, record problemi voce

Docenti più colpiti, prevenzione e controlli chiave per lavoratori a rischio 

Roma, 20 mar. (Adnkronos Salute) - Chi lavora con la voce rischia di incappare in disturbi e problemi. Lo sanno bene insegnanti e cantanti, anche se i primi sembrano ancora più vulnerabili dei secondi, forse a causa di una minor attenzione alla salute e al benessere di questo 'strumento professionale'. E' quanto emerge da uno studio dell'Università di Palermo e dell'Unità operativa di Medicina del lavoro del Policlinico Paolo Giaccone del capoluogo siciliano, pubblicato su 'Prevention & Research'.

Tra ottobre 2011 e giugno 2012 sono stati valutati presso l'Istituto di Medicina del lavoro del Policlinico 82 soggetti tra i 20 e i 65 anni, prevalentemente di sesso femminile, distinti in 2 gruppi equiparabili per età e sesso: il primo gruppo era costituito da insegnanti e cantanti lirici, la cui attività professionale prevede un utilizzo importante dell'apparato vocale, e il secondo gruppo da soggetti di controllo. Fra i primi c'erano 26 insegnanti e 15 cantanti lirici (2 tenori, 2 baritoni, 9 soprani e 2 contralti), con un'esposizione professionale media di 23,5 anni, tutti volontari. Il secondo gruppo, omogeneo al primo per numero, età e sesso, è stato reclutato sempre su base volontaria tra gli utenti dell'Ambulatorio di otorinolaringoiatria dell'istituto.

Per ogni paziente è stata redatta una cartella clinica, comprensiva di anamnesi familiare, fisiologica, patologica remota e prossima. I soggetti sono stati sottoposti a un test di autovalutazione della voce, alla registrazione dello spettro vocale e a una rinolaringoscopia a fibre ottiche. (segue)

(Adnkronos Salute) - Ebbene, i risultati non lasciano dubbi: la maggior parte delle alterazioni morfo-funzionali evidenziate dagli esami è concentrata nel gruppo di cantanti e insegnanti, per una percentuale pari al 44% a fronte del 7% rilevato nel gruppo di controllo. Inoltre la prevalenza dei quadri endoscopicamente alterati risulta "lievemente superiore nella sottocategoria degli insegnanti rispetto a quella dei cantanti: 46% contro 40%", scrivono i ricercatori. "Questo dato è facilmente spiegabile considerando che, tra i professionisti della voce, i cantanti pongono una particolare attenzione nei confronti delle proprie caratteristiche vocali".

Infatti per formazione professionale il cantante deve acquisire un bagaglio di tecniche chiave per "ottimizzare le proprie performance. Ciò si traduce in una tempestiva identificazione di un'eventuale modificazione della voce che li conduce a effettuare controlli specialistici, anche al solo fine preventivo". Cosa che evidentemente non accade con gli insegnanti. Un elemento "suffragato dai risultati dei test di autovalutazione". Risulta pertanto essenziale per il medico del lavoro, affermano gli autori, "attuare una valutazione multidisciplinare, in collaborazione con l'otorinolaringoiatra, il foniatra e il logopedista, dei soggetti che, per la mansione svolta presentino disfonia".

Lo studio, infine, "può risultare utile al medico di base, oltre che al medico del lavoro, nel sensibilizzare le professioni maggiormente a rischio di contrarre patologie" della voce "nel seguire un percorso di prevenzione, sia con l'attuazione di norme di buona prassi nell’uso della voce, sia con controlli specialistici di prevenzione secondaria".

 


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