Salute: Bicocca Milano al Giro d'Italia, studia rapporto fatica-infortuni

Scienziato 'embedded' misura a tappa per tappa potenza, disidratazione e stress 

Milano, 21 mag. (Adnkronos Salute) - Anche l'università Bicocca di Milano corre il 97° Giro d'Italia, inviando ad ogni tappa un ricercatore 'embedded'. Obiettivo: misurare potenza, disidratazione e stress degli atleti, per valutare il rapporto tra fatica e rischio di infortunio. E' il progetto 'Vai In Giro', che l'ateneo meneghino sta portando avanti tenendo sotto osservazione 9 ciclisti del Team Lampre Merida e che ha già prodotto i primi dati: la potenza media erogata da un ciclista in una tappa non particolarmente impegnativa del Giro è intorno ai 160/170 watt, che possono salire fino a punte di 1.200 in una volata in vista del traguardo; in salita si marcia invece intorno a 300/400 watt in media. E' possibile seguire news e curiosità dello studio anche sui social, con l'hashtag #VaiInGiro.

Che relazione c'è tra lo stress accumulato da un ciclista durante una gara a tappe come il Giro d'Italia e il rischio di infortunarsi? Qual è il rapporto tra la fatica percepita dal ciclista e indicatori come livello di potenza e disidratazione? C'è relazione tra stress, sonno, disidratazione e resa in gara? Queste le domande alle quali l'università Bicocca intende rispondere grazie alle misurazioni effettuate dallo scienziato Luca Pollastri, al seguito della squadra dalla prima all'ultima tappa. La ricerca, che ha ottenuto il patrocinio della commissione medica del Giro coordinata da Giovanni Tredici, docente del Dipartimento di chirurgia e medicina traslazionale dell'ateneo, si propone di in particolare di valutare gli indici di stress del metabolismo ossidativo in atleti che effettuano carichi lavorativi intensi per 24 giorni consecutivi.

In tutte le giornate di tappa Pollastri, che insieme a Tredici, Francesca Lanfranconi, Giovanni De Vito e Antonio Zaza è autore dello studio, colloca un potenziometro e un computer di bordo sulle biciclette di Damiano Cunego, Diego Ulissi e compagni e a fine tappa esegue una valutazione impedenziometrica per misurare il livello di disidratazione. "Se si perde più del 2% di peso in liquidi - spiega infatti Pollastri - le prestazioni risultano compromesse". Nei giorni di riposo, invece, lo scienziato esegue sugli atleti una valutazione della Heart Rate Varibility, utile per valutare l'interazione fra il sistema nervoso simpatico e parasimpatico in condizioni di stress. "A due settimane dall'inizio - racconta il ricercatore 'embedded' - mi sembra di far parte a tutti gli effetti della carovana del Giro". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Per un ciclismo che richiede una specializzazione sempre maggiore - testimonia Ulissi, atleta del Team Lampre Merida - è fondamentale poter basarsi su dati e indagini fisiologiche precise e scientifiche. Sono personalmente molto contento di poter dare la mia disponibilità a questa ricerca: ci sta offrendo riscontri interessanti già in parte utilizzabili durante questo Giro e sono sicuro che, quando sarà terminata, darà a noi corridori e alla squadra preziose informazioni".

"Esistono evidenze del fatto che un utilizzo prolungato e strenuo della catena trasporto-utilizzo dell'ossigeno, senza adeguati tempi di recupero, possa indurre nell'atleta patologie da sovraccarico - sottolineano gli autori dello studio - Con questa ricerca vogliamo stabilire in primo luogo la correlazione tra lo stress del metabolismo ossidativo e l'infortunio muscolo scheletrico in un ciclista professionista, e in secondo luogo comparare la percezione soggettiva della fatica con indicatori di stress metabolico come potenza e disidratazione".

 


Torna alle notizie di medicina / medicinadellosport