Sport: beffa certificati medici, cancellati per legge ma pretesi da palestre

Indagine in oltre 30 palestre tra Milano e Roma 

Roma, 19 set. (Adnkronos Salute) - Doveva essere un modo per non gravare ulteriormente su cittadini e Servizio sanitario nazionale, ma si sta rivelando una beffa. La legge che ha soppresso l'obbligo del certificato medico per fare attività fisica in palestra, di fatto non ha cambiato le cose per i cittadini. Quasi non esistesse. I cittadini che vogliono iscriversi in palestra o in piscina per svolgere attività ludico motoria - per quella non agonistica la certificazione rimane infatti obbligatoria - sono infatti ancora costretti a presentare il certificato medico di 'sana e robusta costituzione'. Su questo punto i centri sportivi non sentono ragioni. Per loro è un passaggio obbligatorio. E' quanto emerge da un'indagine dell'Adnkronos Salute che ha interpellato oltre 30 palestre tra Milano e Roma.

Insomma, se l'obiettivo della norma contenuta nel decreto 'Fare' era quello di "non gravare ulteriormente con onerosi accertamenti" sulle tasche dei cittadini, la missione sembra fallita. Per potersi iscrivere in palestra bisogna prima passare dal proprio medico di famiglia e chiedere il certificato di sana e robusta costituzione. Questo tipo di certificazione, però, non rientrando tra gli obblighi convenzionali dei medici di famiglia, ha un costo. Che varia da medico a medico. Si passa dai 15 agli 80 euro.

Suona come una beffa, appunto. Eppure l'articolo 42 del dl 'Fare' parla chiaro: "Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini promuovendo la pratica sportiva, per non gravare cittadini e Servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, è soppresso l'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall'articolo 7" della legge Balduzzi. E il 90% dell'attività sportiva praticata nelle palestre rientra proprio nella definizione 'ludico-motoria amatoriale'. Rimane invece per legge l'obbligo del certificato per chi svolge un'attività non agonistica (gli alunni che seguono attività parascolastiche organizzate dagli istituti, dal Coni o società affiliate e chi partecipa ai Giochi della gioventù). (segue)

(Adnkronos Salute) - MILANO - "Sì, continuiamo a chiedere il certificato per cautelarci. Lo abbiamo sempre fatto". Rispondono così da una palestra a pochi passi dal Duomo di Milano, fra le più gettonate tra chi vive o lavora in città e 'gemella' di un secondo centro prestigioso situato nella zona del quadrilatero della moda. Obbligo di attestato di sana e robusta costituzione anche in un'altra palestra 'vip' del capoluogo lombardo, sempre in centro, vicinissima alla Madonnina: "Lo chiediamo e si può fare anche qui, il costo è compreso nella quota associativa di 50 euro". La risposta è "sì, richiediamo il certificato", anche per le strutture di un gruppo al quale fanno capo una ventina di palestre distribuite in tutte le zone di Milano, dal centro a Città Studi, dalla zona Fiera alla Barona, da Romolo al Monumentale.

ROMA - Stesso discorso a Roma. Da Trastevere all'Eur, dall'Appia al Pigneto, da Villa Borghese alla Portuense, la risposta raccolta da tutte le palestre contattate, nessuna esclusa, è unanime: "Per fare attività fisica nel nostro centro è necessario portare un certificato medico di sana e robusta costituzione". Alcune strutture offrono (a pagamento) la possibilità di fare la visita medica all'interno del centro. Una prestigiosa palestra del centro storico per alcune attività, ad esempio lo spinning, chiede addirittura l'ecg sotto sforzo. La maggior parte degli operatori contattati sembrano non essere al corrente della nuova legge che regola le certificazioni sportive. Altri sembrano più informati. Ma la risposta raccolta è comunque stata la stessa: "Noi il certificato medico lo chiediamo. E' obbligatorio". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Sta accadendo quello che tutti ci aspettavamo", spiega il segretario della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) del Lazio, Pierluigi Bartoletti. "Malgrado la cancellazione dell'obbligo di certificazione per l'attività ludico-motoria e amatoriale, i centri sportivi continuano a chiedere il certificato medico. D'altronde è comprensibile, lo fanno per tutelarsi da eventuali rischi".

Secondo Bartoletti, per non far pesare sui cittadini il costo di questi certificati andrebbe presa un'altra strada: "Basterebbe - spiega - inserire questo tipo di certificazione nel profilo convenzionato dei medici di medicina generale. Magari - conclude - privilegiando alcune categorie, ad esempio gli anziani. Sarebbe un modo per spingerli a fare sport".

 


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