Estate: il medico, contro zecche intervenire subito, ecco come

Rimosse con cautela e poi verificata presenza infiammazione 'ad anello' 

Roma, 3 lug. (Adnkronos Salute) - Con l'estate, oltre al sole e al caldo, arrivano anche le zecche. Un artropode appartenente, insieme a ragni, acari e scorpioni, alla classe degli aracnidi, che si attacca ostinatamente alla pelle, da cui succhia il sangue per giorni. Il morso di solito non è doloroso e non causa prurito, per cui può passare inosservato. "La trasmissione di agenti patogeni attraverso la puntura dipende dalla durata della permanenza di della zecca sull'ospite, se rimane sotto le 24-48 ore i rischi sono in generale bassi, altrimenti aumentano pericoli. E occorre intervenire subito rimuovendo la zecca". A spiegarlo in una nota è Stefano Sau, direttore dell'Unità operativa complessa pronto soccorso dell'ospedale San Francesco di Nuoro.

Per rimuovere l'atropode "si deve afferrare saldamente la zecca con una pinzetta il più possibile aderente alla cute - spiega Sau - con una delicata rotazione in senso antiorario e tirarla leggermente, ma senza strappo, per evitare la rottura. Questa operazione va fatta proteggendo le mani con guanti o un fazzoletto per evitare la possibilità di infezione attreverso le piccole lesioni della pelle o auto-inoculazione per via congiuntivale o orale". In questa fase non si deve applicare sulla zecca fonti di calore o sostanze come: l'acetone, l'ammoniaca o il cloruro di etile, l'olio o la vaselina. "Queste procedure sono sconsigliate - avverte l'esperto - perché inducono nella zecca un riflesso di rigurgito, con forte aumento del rischio di trasmissione di agenti patogeni".

"Dopo aver rimosso l'ospite indesiderato - sottolinea l'esperto - si deve controllare la zona interessata per 15-30 giorni per verificare che non si sia formato una infiammazione a forma di anello (eritema migrante). Solo in caso di presenza di questa infiammazione, e con l'avallo del medico, si potrà procedere con una terapia adeguata con antibiotici".

 


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