Immigrati: il progetto, dare un nome a chi muore inseguendo la speranza

Da Milano la proposta all'Europa di Cristina Cattaneo, 'signora in giallo' d'Italia 

Milano, 21 nov. (Adnkronos Salute) - Parte dall'Italia il progetto di un maxi database per riuscire dare un nome ai migranti che perdono la vita cercando di raggiungere le coste dello Stivale o un altro Paese europeo. Uomini, donne e bambini che muoiono inseguendo la speranza, e che rischiano di restare per sempre corpi senza identità. Anima dell'idea è l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, 'signora in giallo' protagonista delle pagine di cronaca nera più lette degli ultimi anni - dalle Bestie di Satana ai casi di Elisa Claps o di Yara Gambirasio - direttrice del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense) dell'università degli Studi di Milano. Cattaneo lancerà il suo progetto in occasione di un evento internazionale in programma domani e sabato, 22 e 23 novembre, nell'Aula magna del Dipartimento di scienze biomediche di via Mangiagalli.

Durante la 'First Conference on the management and identification of unidentified decedents, with an emphasis on dead migrants: the experience of European Mediterranean countries', organizzata dal Labanof con Croce Rossa Italiana e International Committee for the Red Cross (Icrc), Cattaneo illustrerà a delegati da Francia, Portogallo, Malta, Grecia e Spagna la sua proposta per risolvere un dramma che sembra senza fine. La tragedia che ha visto la morte di quasi 400 persone a Lampedusa lo scorso ottobre - ricordano infatti dalla Statale di Milano - non è che l'ultimo di una serie di eventi che da anni affliggono l'Europa. Secondo Fortress Europe, dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell'Europa almeno 19.372 persone. E i dati dei deceduti sul territorio sono del tutto ignoti.

Due anni fa l'Icrc ha iniziato a ricevere numerosissime richieste da emigrati in diversi Paesi europei che erano in attesa di parenti e conoscenti fuggiti dalle nazioni d'origine, in particolare Africa e Medio Oriente, ma mai giunti a destinazione. Si è cercato allora di capire se fossero presenti nei vari Paesi europei 'banche dati' di cadaveri senza identità, in grado di dare delle risposte a queste persone. E si è riscontrato, attraverso una serie di indagini, la pressoché totale assenza a livello europeo di un coordinamento in questo senso. Una lacuna che Cattaneo è determinata a colmare. (segue)

(Adnkronos Salute) - Dal 1995 il Labanof si occupa di corpi senza identità. Negli ultimi anni ha contribuito alla creazione di un database comune nazionale per i cadaveri sconosciuti e le persone scomparse, partecipando come consulente ai tavoli tecnici organizzati dal ministero dell'Interno (Ufficio del commissario straordinario per le persone scomparse). L'esperienza maturata a livello nazionale ha spinto così il Laboratorio a mobilitarsi e ad assumere un ruolo proattivo, anche nei confronti di altri Stati europei, nell'emergenza dei migranti che muoiono in viaggio o sul territorio, una volta arrivati a destinazione.

Per dare loro un nome, il Labanof ha messo a disposizione di diversi interlocutori tutta la sua esperienza: oltre alla collaborazione in atto con la Cri per la formazione di esperti nell'identificazione di resti umani, e a quella con il Comune di Milano per l'esame dei rifugiati che richiedono asilo politico, in particolare per la valutazione dei segni di tortura, il Laboratorio promuove ora il primo evento internazionale dedicato ai migranti scomparsi.

Obiettivo la "creazione di un coordinamento internazionale in grado di trovare soluzioni efficaci a questo non secondario aspetto - precisano dall'ateneo di via Festa del Perdono - di quella che è senza dubbio una delle più drammatiche emergenze umanitarie di questi anni".

 


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