Ricerca: nanotech contro Alzheimer, a Bicocca Milano 'Best Project Award'

Riconoscimento Ue a progetto NAD, 14,6 mln per diagnosi e cura malattia 

Milano, 11 apr. (Adnkronos Salute) - Dalla tecnologia del minuscolo, anzi dell'invisibile, nuove armi anti-Alzheimer. Un filone di ricerca, quello del nanotech applicato alla lotta contro la malattia neurologica epidemica nel mondo che invecchia, in cui l'Italia brilla in Ue: il progetto NAD (Nanoparticles for Therapy and Diagnosis of Alzheimer Disease) dell'università di Milano-Bicocca ha ricevuto ieri sera ad Atene il 'Best Project Award' nella categoria progetti completati, e si è classificato secondo tra i migliori progetti del 7° Programma Quadro dell'Unione europea. Il riconoscimento è stato consegnato a Massimo Masserini, professore ordinario di biochimica nel Dipartimento di scienze della salute e responsabile scientifico del progetto NAD, nel corso della Industrial Technologies 2014 Conference.

"Il progetto NAD - spiega Masserini - ha realizzato nanoparticelle che hanno dato eccellenti risultati su modelli animali della malattia di Alzheimer, e lasciano sperare un loro possibile effetto positivo anche sull'uomo. Naturalmente, la dimostrazione di questa ipotesi richiederà ulteriori investimenti sia sperimentali che economici". Il Best Project Award è solo l'ultimo degli importati riconoscimenti ottenuti dal progetto 'made in Bicocca'. Tre settimane fa - ricorda l'ateneo in una nota - il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, ha citato il NAD tra le storie di successo nella relazione 'Horizon 2020: boosting industrial competitiveness, pg.6', che ha presentato ai capi di governo riuniti nel vertice del Consiglio europeo del 20-21 marzo. Concluso ufficialmente il 31 agosto 2013, il progetto puntava a un avanzamento sul fronte della diagnosi e della terapia dell'Alzheimer. La ricerca, finanziata dal 7° Programma Quadro Ue, ha avuto un costo totale di 14,6 milioni di euro. Alla Bicocca, capofila del progetto, è stata destinata una quota di 3,8 milioni per le attività di organizzazione e coordinamento. (segue)

(Adnkronos Salute) - Il progetto di nanomedicina Nad ha portato a progettare e brevettare nanoparticelle lipidiche (nanoliposomi), di dimensioni dell'ordine di miliardesimi di metro, capaci di superare la barriera emato-encefalica e di rimuovere come 'nanospazzini' il peptide beta-amiloide, la molecola che si deposita nel cervello dei malati di Alzheimer. Il trattamento con nanoparticelle, somministrate a modelli animali della malattia, riduce le placche di beta-amiloide e induce il recupero delle normali funzioni cognitive, misurate tramite test comportamentali. Questi risultati aprono la possibilità di usare nell'uomo queste nanoparticelle per la cura della malattia di Alzheimer.

Il progetto NAD rientra tra i 66 bandi di progetto vinti dall'università di Milano-Bicocca nell'ambito del 7° Programma Quadro dell'Ue, appena conclusosi e sostituito dal nuovo programma Horizon 2020, per un finanziamento complessivo di oltre 21 milioni di euro. "Per il nostro ateneo - commenta Gianfranco Pacchioni, prorettore alla Ricerca - è motivo di particolare soddisfazione aver raggiunto risultati eccellenti nell'ambito del 7° Programma Quadro sia sul piano qualitativo, come dimostrato dall'importante riconoscimento al progetto NAD nel campo della nanomedicina, sia sul piano quantitativo, con quasi 70 progetti approvati, tra i quali alcuni prestigiosi progetti dello European Research Council".

 


Torna alle notizie di medicina / neurologia