Salute: oculista, con 'overdose' tablet e pc occhio secco e messa a fuoco in tilt

 

Roma, 9 lug. (Adnkronos Salute) - L'overdose di dispositivi digitali, dai tablet agli smartphone senza dimenticare il pc e internet, complici del tecnostress non mette in pericolo la vista, ma la affatica. Sotto accusa la durata delle sessioni di lavoro e le diverse dimensioni dello schermo, ma anche la distanza. Condizioni che se associate con alcune problematiche della vista "possono mettere in sofferenza la salute dell'occhio, causando la secchezza e accentuando lievi problemi della messa a fuoco". A spiegarlo all'Adnkronos Salute è Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana (Soi), che commenta così i dati delle ricerche sui lavoratori più colpiti dal tecnostress e della 'passione' degli italiani per servizi digitali, ben 4 ore e mezza al giorno.

"L'occhio di ognuno di noi mette a fuoco a distanza differente - prosegue Piovella - con automatisimi molto soggettivi. L'uso dei tablet e degli smartphone cambia questa distanza variandola anche di diversi centimetri. Questo cambiamento può accentuare qualche piccola difficoltà visiva. Mentre - sottolinea - chi lavora davanti al computer o con il tablet si deve ricordare che questi dispositivi riducono il numero di ammiccamenti della palpebra e quindi anche la lubrificazione dell'occhio. E' il disturbo dell'occhio secco, ne soffre il 50% delle donne 'over 45'. In questo caso - precisa - mai dimenticare di usare un buon collirio".

Secondo Piovella si deve sgombrare il campo da eventuali errori di valutazione sull'eccessivo uso dei dispositivi digitali quando si associa con la salute dell'occhio dei più piccoli. "Come già accaduto in passato - sottolinea l'oftalmologo - con l'arrivo della tecnologia 3D al cinema. Entrambi non danneggiano la vista e sono innocui anche per gli occhi dei bimbi. Anzi - suggerisce - abbiamo dimostrato, che far vedere a un bimbo un film 3D è un test per capire se c'è qualcosa che non va. Se il piccolo inforca gli occhialini e non riesce a vedere in 3D è un segnale che possono esserci dei disturbi oculari. Allo stesso modo - conclude - anche l'ipad o lo smartphone possono aiutare i genitori ad accendere un campanello d'allarme che li spinga a far visitare i figli".

 


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