Tumori: urologi, in Italia super test, predice aggressività cancro prostata

Sotto i riflettori al Congresso Urop, permette valutazione rischio a 10 anni 

Milano, 20 mag. (Adnkronos Salute) - E' nato negli Usa, nei laboratori di biologia molecolare di Salt Lake City, e ora debutta in Italia. E' un nuovo super test genetico in grado di predire a lungo termine l'aggressività e l'evoluzione del tumore alla prostata - che nella Penisola colpisce il 30% degli uomini over 50, con 43 mila nuovi casi l'anno, primo cancro per diagnosi e incidenza - fornendo una valutazione del rischio di mortalità e di recidiva a 10 anni.

Il test sarà sotto i riflettori del IX Congresso nazionale Urop (Urologi dell'ospedalità privata), in programma da giovedì 22 a sabato 24 maggio ad Abano Terme. "In tutta Italia - spiega in un incontro oggi a Milano il presidente Urop Stefano Pecoraro, tra i pionieri ad utilizzarlo - sono già stati sottoposti al test circa 200 pazienti". Per eseguirlo basta un campione di tessuto ottenuto con la biopsia oppure durante l'intervento chirurgico. "Il test Prolaris - continua lo specialista che dirige l'Urologia e andrologia chirurgica nella clinica Malzoni di Avellino - indaga il Dna del carcinoma prostatico". Sulla base dell'esito "l'urologo potrà valutare se sia meglio un trattamento precoce, quando la natura del tumore si sia rivelata aggressiva, oppure una strategia conservativa o 'di sorveglianza', evitando terapie inutili e, se possibile, gli effetti collaterali spesso conseguenti alla prostatectomia radicale".

I tumori della prostata, spiega l'esperto, non sono tutti uguali: per molti pazienti è indolente e cresce molto lentamente, in altri invece mette il 'turbo'. Utilizzato su pazienti con valori identici emersi dagli esami tradizionali (Psa e punteggio di Gleason), il super test che definisce le caratteristiche geniche della malattia misurando l'attività di geni associati alla crescita del tumore "ha rivelato come in realtà non tutti avessero lo stesso rischio di progressione di malattia e mortalità", evidenzia Pecoraro che definisce il nuovo esame "più attendibile come predizione della malattia, tanto è vero che, secondo i risultati di un recente studio, il 65% degli urologi coinvolti ha cambiato idea 'terapeutica' dopo i risultati del test Prolaris". (segue)

(Adnkronos Salute) - Il test, continua Pecoraro, "si rivela utile anche nei pazienti in cui la prostata è stata già rimossa per valutare la probabilità che la malattia possa ripresentarsi e decidere se eseguire o no terapie adiuvanti, come la radioterapia". Durante il congresso Urop verranno presentati gli ultimi progressi medico-scientifici nel campo dell'urologia. "Le recenti scoperte - dice lo specialista - consentono ora di tracciare una sorta di carta di identità del tumore alla prostata e una terapia sempre più accurata e personalizzata per la singola neoplasia".

Sul fronte della diagnosi, spiega Angelo Porreca, direttore dell'Uo di Urologia del Policlinico di Abano Terme, con la biopsia prostatica mirata in risonanza magnetica, "è possibile effettuare una biopsia mirata nel punto esatto in cui si trova e cresce il tumore. Se la risonanza evidenzia un nodulo sospetto la biopsia viene eseguita direttamente durante la risonanza. "La nuova tecnologia che risparmia al paziente il disagio dei multipli prelievi, riduce il rischio infezioni e aumenta il potere diagnostico, sarà presentata in anteprima italiana proprio al congresso Urop", annuncia l'esperto. Anche le terapie diventano più mirate: quando lo specialista ritiene che non sia necessario asportare la prostata si può ricorrere alle terapie focali, sottolinea Pecoraro, tecniche "non invasive" in grado di eliminare piccoli tumori, distruggendo solo la zona interessata e preservando il tessuto sano e la funzione specifica della ghiandola.

Sul fronte della chirurgia robotica, poi, con visori tridimensionali e microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi si può asportare la prostata 'senza tagli'. E mentre la radioterapia contro il tumore diventa sempre più intelligente, arriva un laser hi-tech (al triborato di litio) per l'ipertrofia prostatica benigna, "patologia per la quale si registra un crescente aumento - segnala Giovanni Ferrari, direttore dell'Urologia e andrologia dell'Hesperia Hospital di Modena - e colpisce oltre l'80% degli italiani over 50, con oltre 40 mila interventi l'anno". Il laser rispetta il cuore e salva la sessualità (il rischio di deficit erettile passa dal 21 al 6%). In Italia, riferiscono gli esperti, già 21 centri impiegano la metodica (la casistica è di circa duemila interventi), con un incremento semestrale del 180%. "La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana", conclude Ferrari.

 


Torna alle notizie di medicina / oncologia