Pediatria: esperti, sordo 1 bebè su mille ma screening spesso un miraggio

Otorinolaringoiatri, costa come pacchetto sigarette, previsto in nuovi Lea ma documento nel cassetto 

Milano, 22 mag. (Adnkronos Salute) - In Italia un bimbo su mille nasce sordo. Eppure lo screening neonatale per la sordità è spesso un miraggio, causando forti ritardi nella diagnosi e di conseguenza problemi di sviluppo al bambino. Lo denunciano gli esperti della Sioechcf, Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale, da domani in congresso a Bari.

"Lo screening neonatale per la sordità si fa poco in Italia - afferma Domenico Cuda, primario di otorinolaringoiatria all'ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza - anche se alcune realtà sono ben organizzate", fra cui la Campania, la Liguria, alcune province del Veneto. "Ma non c'è un piano di massa", precisa l'esperto, mentre "lo screening andrebbe fatto sulla totalità dei bambini. E' dimostrato, infatti, che in un bimbo che ha una sordità profonda, se questa non viene identificata subito, la diagnosi poi avviene dai 12 ai 24 mesi. Ed è altrettanto dimostrato che se il problema non viene scoperto e affrontato subito, ci possono poi essere ripercussioni nella maturazione linguistica del bambino". Gli specialisti avvertono: "Il rischio più grave che si può correre è che il bambino, se il problema viene fortemente trascurato, possa diventare sordomuto".

"Nel prossimo aggiornamento dei Lea (livelli essenziali assistenza) lo screening è previsto - osserva ancora Cuda - ma il documento è chiuso in un cassetto. La spesa per ciascun esame è bassa, come un pacchetto di sigarette. Si parla di 6-7 euro. Ma poi ci sono gli aspetti organizzativi che hanno dei costi e questo è un problema, in un periodo di tagli".

 


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