Medicina: Sir, diagnosi precoce prima arma contro artrite reumatoide

Malattia in rosa che colpisce 300 mila italiani 

Milano, 20 nov. (Adnkronos Salute) - La diagnosi precoce resta la prima arma per contrastare l'artrite reumatoide, infiammazione cronica che colpisce le articolazioni di 300 mila italiani, per lo più donne in età fertile. Lo ribadisce la Società italiana di reumatologia (Sir), in occasione del suo 50° Congresso nazionale programma a Napoli dal 27 al 30 novembre e presentato oggi a Milano. Se non adeguatamente trattata, avvertono gli esperti, l'artrite reumatoide ha esiti altamente invalidanti, che portano a un conseguente grave decadimento della qualità di vita.

"Solo sfruttando la cosiddetta 'finestra di opportunità', cioè l'intervallo iniziale di tempo in cui l'applicazione di appropriate strategie terapeutiche può interferire positivamente con i meccanismi alla base della patologia, si può tentare di migliorare significativamente la prognosi nel breve, medio e lungo termine", spiega Marco Matucci Cerinic, presidente Sir, ordinario di Reumatologia e direttore della Struttura complessa di reumatologia della Aou Careggi di Firenze. Recenti studi - sottolinea la Sir - hanno infatti dimostrato che un trattamento di fondo, basato sulla somministrazione di farmaci antireumatici modificanti la malattia (Dmards), non biologici e quindi meno costosi per il Servizio sanitario nazionale, può portare a un regresso della sintomatologia. Se la terapia con questi medicinali è precoce, in 3-6 mesi di trattamento si ottengono buoni risultati in termini di remissione clinica e bassa attività della malattia.

La ricerca ha inoltre evidenziato un legame tra carenza di vitamina D e aumentato rischio di alcune malattie autoimmuni, in particolare di artrite reumatoide. Se opportuno, dunque, si può affiancare alla terapia farmacologica una supplementazione di vitamina D. Un ruolo chiave nella diagnosi viene svolto dall'utilizzo degli ultrasuoni, ricorda ancora la Sir. Grazie a questa tecnologia, unita alla diagnosi clinica da parte del reumatologo, è possibile instaurare le terapie più idonee adatte al singolo paziente. "La diagnosi precoce - conclude Matucci Cerinic - risulta quindi essere la prima arma per combattere il decorso di malattie estremamente invalidanti e deve essere sostenuta dalla ricerca e dall'innovazione, a loro volta indirizzate verso il fine ultimo: il paziente".

 


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