Sanità Friuli: Cgil, servizi ambulatoriali calati del 4,8%

 

Trieste, 22 ott. (Adnkronos Salute) - Nel primo semestre 2013, le prestazioni ambulatoriali sono calate in Friuli Venezia Giulia del 4,8%. L'allarme è stato lanciato a Trieste dalla Cgil, in occasione del convegno sulla riforma sanitaria al quale hanno partecipato anche i segretari di Cisl e Uil e l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca. Proprio alla Telesca, il segretario generale Cgil, Franco Belci, ha chiesto, "dopo 5 anni senza programmazione, in cui il sistema è stato lasciato a se stesso, una forte azione di governo del servizio sociosanitario".

All'assessore, la Cgil chiede "una riforma partecipata, frutto di un confronto reale con gli enti locali e i rappresentanti dei lavoratori e delle professioni", ha detto Belci. Una riforma "che punti a razionalizzare la spesa non attraverso risparmi occasionali, frutto magari di tagli dei servizi a livello di singola azienda, ma attraverso scelte di sistema e il rilancio degli strumenti di programmazione, a partire dal piano socio sanitario e dall’approvazione del primo piano sociale". Tra le priorità indicate dal sindacato: potenziamento dei servizi territoriali e della prevenzione, riordino della rete ospedaliera, individuazione dei distretti come baricentro del sistema e come punto unico di accesso ai servizi. "Anche per fronteggiare le emergenze poste da una crisi - spiega Orietta Olivo, responsabile welfare della segreteria regionale Cgil - che tra i suoi effetti ha anche un preoccupante ridimensionamento nell'accesso ai servizi sanitari, come dimostra il calo del 4,8% nelle prestazioni ambulatoriali registrato nel primo semestre 2013".

Un dato, quello sul calo delle prestazioni, che per la Cgil dimostra l'esigenza di intervenire sui superticket che vanno rimodulati in base al reddito. I risparmi, ribadisce la Cgil, dovranno arrivare da politiche di sistema, cioè dal rafforzamento della prevenzione, cui attualmente viene destinato solo il 3% della spesa sanitaria, contro un obiettivo nazionale del 5%, dalla razionalizzazione della spesa farmaceutica, dalla riduzione dei ricoveri impropri e dei ricorsi impropri al Pronto soccorso, dalla centralizzazione degli acquisti, attraverso il ripristino del centro servizi condivisi, cancellato dalla Giunta Tondo. No quindi ai tagli lineari e no al blocco dei contratti e del turnover, che dal 2010 a oggi ha aggravato con 500 tagli la situazione già critica del personale, come ha denunciato anche la segretaria della Fp-Cgil Mafalda Ferletti. Tra le richieste presentate all'assessore, la chiusura del tavolo sul nuovo regolamento del Fap (Fondo autonomia possibile) e l'apertura del confronto sulla riqualificazione e l'abbattimento delle rette delle case di riposo. Due priorità rivendicate dal segretario dello Spi-Cgil Ezio Medeot, che individua nel potenziamento dell'assistenza domiciliare la strada maestra per rispondere alle esigenze poste dall'invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei non autosufficienti.

 


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