Anelli (Ordine medici), 'strage medici va fermata, sicurezza è diritto'
Anelli (Ordine medici), 'strage medici va fermata, sicurezza è diritto'

'Contagi tra sanitari sono stati elevatissimi, in prima ondata dispositivi sicurezza centellinati' 

"E' una strage che in qualche maniera bisogna fermare quella dei medici vittime della pandemia nel nostro Paese, arrivati a 333. E' una strage che ha messo in evidenza come il diritto alla sicurezza non sia ancora oggi completamente assicurato. E non solo per i medici. I dati del contagio tra tutti gli operatori sanitari in questa emergenza sono stati elevatissimi". Così Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), ricorda all'Adnkronos Salute come la categoria abbia pagato un enorme tributo all'epidemia di Covid-19, nel giorno in cui il numero di tutte le vittime in Italia si avvicina alle 100mila.

Nella prima parte della pandemia, sottolinea il presidente dei medici, "abbiamo vissuto la difficoltà di far intendere come il diritto alla sicurezza debba essere garantito. E che le omissioni, le carenze, non possono trasformare questo diritto in una concessione. E purtroppo questo è stato l'aspetto più sgradevole che abbiamo dovuto sopportare nel periodo in cui mancavano i dispositivi di sicurezza individuale. Sulle nostre richieste di dispositivi, sui tanti appelli, l'apparato burocratico esprimeva quasi un fastidio. Nella pratica i presidi ci venivano centellinati", denuncia Anelli.

Nella seconda ondata di novembre, "quando i presidi c'erano e i medici continuavano a morire - prosegue il presidente della Fnomceo - abbiamo capito che tutto il sistema di sicurezza non ha funzionato, non soltanto per le carenze, ma anche per aspetti organizzativi. E questo ci deve fare capire che, anche rispetto ai prossimi investimenti in sanità, bisogna ripensare la rete dell'assistenza non dimenticando la sicurezza. Molti ospedali, infatti, non sono in grado di assicurare percorsi diversificati, di modularsi in ragione delle esigenze. Abbiamo una grande sfida che è quella di rendere efficiente il sistema, ma allo stesso tempo anche sicuro".

Infine la questione finale. "I vaccini - conclude Anelli - sono il più grande dispositivo di sicurezza, da cui ci aspettiamo un calo concreto e deciso dei morti. In questo senso non comprendiamo il fatto che siano rimaste sacche (seppure minime) di medici, i libero professionisti e gli odontoiatri, a cui non è assicurata in maniera omogenea la vaccinazione. In Italia la salute è assicurata dal servizio pubblico, ma non solo dal servizio pubblico. Il cittadino ha diritto di scegliere di farsi curare dal Ssn o dal privato. E va garantita la sicurezza globalmente".

 


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