Contenziosi medico-paziente, chirurghi scrivono a Giulia Grillo
Contenziosi medico-paziente, chirurghi scrivono a Giulia Grillo

Serve revisione della definizione di colpa medica e controllare le pubblicità che invitano a ricorrere contro i camici bianchi 

Il Collegio italiano dei chirurghi (Cic) scrive al ministro della Salute Giulia chiedendole di intervenire sulla "riduzione del contenzioso medico-paziente attraverso provvedimenti legislativi mirati, di adottare provvedimenti riguardanti la governance e l’appeal della professione chirurgica, emanare il dispositivo di legge sulla colpa professionale per impedire l’accesso alle denunce in 'penale' come nel resto dell’Europa, controllare le pubblicità che invitano a ricorrere contro i sanitari". Il presidente del Cic, Filippo La Torre, nella lettera, auspica in particolare una "rapida ed efficace" revisione della definizione di colpa medica oltre "ad una veloce emanazione dei rimanenti decreti attuativi della legge Gelli".

Il Collegio italiano dei chirurghi, che riunisce quasi tutte le società scientifiche di area chirurgica che complessivamente raccolgono oltre 45 mila medici di tutte le specialità chirurgiche, evidenzia come "la Legge 24 'Gelli-Bianco' del 2017 ha cercato di mettere in campo soluzioni atte a risolvere, soprattutto, il problema dell’eccesso di 'denunce' a carico dei medici ma, purtroppo, non si vede un calo del loro numero. Per contro - rimarca il presidente del sindacato - si nota, invece, l’accentuarsi di azioni da parte di agenzie ed associazioni miranti al reclutamento di pazienti disponibili alla denuncia. E’ in crisi il patto terapeutico tra medico e paziente che ha creato, da un lato, sfiducia ed insoddisfazione verso la figura del medico e, dall’altro, di conseguenza, la cosiddetta 'medicina difensiva"'.

"Un aspetto che, a nostro parere, la Legge 24 del 2017 ha lasciato irrisolto, rendendolo anzi controverso rispetto a quanto contenuto nella precedente legge Balduzzi, è rappresentato dalla definizione del termine di 'colpa medica'. La Corte di Cassazione ha più volte sentenziato nel merito dichiarando la 'Balduzzi' più chiara sotto questo profilo".

Il Cic auspica "una rapida ed efficace revisione in tal senso, oltre a richiedere la più veloce emanazione dei decreti attuativi rimanenti". Il presidente del Cic, Filippo La Torre, evidenzia che per "ridurre i comportamenti non rispettosi da parte dei cittadini e salvaguardare la qualità della relazione e del lavoro, è auspicabile che le strutture sanitarie adottino programmi di prevenzione, valutando i rischi nei luoghi di lavoro, formando il personale con particolare attenzione alle competenze comunicative e informando l’utenza dell’esistenza di una politica aziendale attenta alla correttezza dei comportamenti".

 


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