Emilia Romagna, Trento e Bolzano prime per tutela salute, Calabria ultima
Emilia Romagna, Trento e Bolzano prime per tutela salute, Calabria ultima

Rapporto Crea Salute 'misura' performance dal lato della domanda dei cittadini 

Le regioni in cui i cittadini possono godere di maggiori opportunità di tutela della propria salute sono l’Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige con le province autonome di Trento e Bolzano. 'Maglia nera' invece alla Calabria. E' questo il principale risultato dell’edizione 2020 del progetto "Le Performance Regionali" del Crea Sanità, il Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presso l'Università Tor Vergata di Roma, coordinato da Federico Spandonaro.

Le aree in cima alla lista per la 'buona sanità' ottengono un punteggio tra il 61% e il 71% del massimo ottenibile: quindi - osservano i ricercatori - con ampi margini di ulteriore miglioramento, mentre altre 10 Regioni hanno performance relativamente elevate, con punteggi compresi fra il 53% e il 58% del livello ottimale (Toscana, Veneto, Marche, Umbria, Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Sardegna Piemonte) con modeste variazioni fra loro. Abruzzo, Lazio, Molise, Basilicata, Puglia, Sicilia e Campania si attestano invece nel range 46-52%, seguite dalla Calabria, ultima, con un livello di performance pari al 33%.

Il ranking - spiegano i ricercatori - è il frutto delle valutazioni di un panel composto da 93 esperti/stakeholder del sistema sanitario, elaborate sulla base di una metodologia messa a punto dal Crea, che adotta una visione multidimensionale della sanità e 'media' le diverse prospettive espresse dagli stakeholder. L’esercizio guarda alla performance dal lato della domanda (ovvero dei cittadini), non dell’offerta (pubblica) di servizi: va sottolineato quindi - precisano - che il progetto non è finalizzato a promuovere l’accountability dei sistemi sanitari regionali, ovvero a misurare il loro grado di raggiungimento degli obiettivi di Sanità pubblica.

Questo - precisano i ricercatori del Crea Sanità - riteniamo spieghi perché i sistemi sanitari regionali che, con la metodologia adottata, risultano offrire il maggior livello di tutela della salute, non sempre coincidono con quelli che 'performano' meglio nella cosiddetta 'griglia Lea' (ora Nuovo sistema di garanzia), né con quelli individuati quali benchmark per il riparto del Fondo Sanitario.

Dunque, dalla ricerca emerge che le maggiori criticità in termini di performance riguardano l’innovazione e l’appropriatezza. Rispetto al ranking del 2019, quest’anno in quasi tutte le categorie di stakeholder, ad eccezione del management aziendale, si è registrato un aumento notevole del peso della dimensione economico-finanziaria, che negli anni scorsi si era invece progressivamente ridotto. Ciò - spiegano dal Crea -riteniamo possa essere ascrivibile all’impatto, in crescita, delle spese private sostenute dai cittadini, ma anche dalla consapevolezza della necessità di un rifinanziamento del sistema, resasi maggiormente evidente con l’emergenza Covid-19.

La dimensione economico-finanziaria 'contribuisce' quindi alla performance nella misura del 40,9%, seguita dal sociale (19,9%) e dagli Esiti (19,7%); la dimensione sociale (in continuo aumento negli anni) appare fattore essenziale di performance per gli stakeholder che operano nelle Regioni più colpite dal Covid-19. Alla luce dei risultati - prosegue la nota - è emersa chiaramente l’esigenza di garantire che l’incremento di risorse economiche destinate alla sanità, legato all’emergenza sanitaria, possa tradursi in investimenti capaci di migliorare l’efficienza e, in generale, la performance del sistema, evitando che si traducano in una mera spesa improduttiva, che rischierebbe di generare un effetto boomerang.

 


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