Fnomceo, stabilizzare medici fiscali Inps e convenzionati esterni
Fnomceo, stabilizzare medici fiscali Inps e convenzionati esterni

La Federazione scrive ai ministri Grillo, Di Maio e Bongiorno 

Stipulare in tempi brevi l’accordo collettivo nazionale per disciplinare il rapporto di lavoro tra l’Inps e i medici fiscali, e stabilizzare i medici convenzionati esterni che collaborano con l’Istituto. Queste le richieste che la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) ha presentato con una lettera al vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio, al ministro della Salute Giulia Grillo e a quello della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno.

La Federazione sottolinea come "la questione dei medici fiscali" sia "aperta da tempo": dal primo settembre 2017 ha preso il via il Polo unico per le visite mediche di controllo, che attribuisce all’Inps la competenza esclusiva a effettuare visite fiscali, sia su richiesta dei datori di lavoro, sia d’ufficio. Una innovazione, osserva la Fnomceo, che "avrebbe dovuto portare con sé una completa rimodulazione della disciplina che regolamenta il rapporto tra l’Inps e i medici fiscali, tramite la stipula, che ad oggi non è avvenuta, di un accordo collettivo nazionale".

Dopo oltre 25 anni di attività, 1.200 medici fiscali Inps sono ancora privi di una stabilità d’incarico e di quelle tutele presenti in tutte le convenzioni del Ssn. Da qui la richiesta della Fnomceo: "Appare urgente - si legge nella lettera - la completa rimodulazione della vigente disciplina che regolamenta il rapporto dei medici fiscali, attraverso la ridefinizione, secondo criteri che ne garantiscano la stabilità, della natura giuridica del rapporto di collaborazione in essere dei medici iscritti nelle liste speciali costituite dall’Inps e specificatamente l’instaurazione di un rapporto di lavoro di tipo convenzionale con stabilità di incarico tra Inps e i medici iscritti nelle liste speciali e con tutele pari a quelle presenti in tutte le convenzioni del Ssn".

La situazione dei medici convenzionati esterni - ricorda la Fnomceo - che collaborano cioè con l’Inps, nel contesto dei Centri medico legali, svolgendo funzione di accertamento del welfare sociale "è ancora più drammatica". Si tratta di "circa 900 medici, assunti da circa dieci anni, con contratti libero professionali, nell'ambito di rapporti di sostanziale collaborazione coordinata e continuativa con evidenti profili di subordinazione, per un plafond di 25 ore settimanali, con stipendi modesti (circa 17 euro all’ora netti) e con strettissimi vincoli di incompatibilità e di esclusiva. Non hanno ferie, malattia, maternità, nessuna garanzia per il futuro. Ma, analogamente ai medici della dipendenza, lavorano nei locali e nelle strutture dell’ente, sono sottoposti a marcatempo e a turni di servizio predefinito".

"Una situazione talmente anomala - osserva ancora la Fnomceo - che risulta in evidente contrasto con quanto previsto dalla riforma della pubblica amministrazione e con gli indirizzi operativi in materia di superamento del precariato e valorizzazione dell’esperienza professionale. Tale tipologia contrattuale ai sensi dell’articolo 22, comma 8 del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75 della riforma della pubblica amministrazione non potrà essere rinnovata oltre il 31 dicembre 2018".

Per la Fnomceo, "la mancata stabilizzazione dei medici convenzionati esterni comporterà gravi elementi di criticità per il regolare svolgimento delle attività istituzionali medico-legali dell’Inps, determinando disfunzioni che ricadrebbero sui cittadini". La Federazione chiede quindi un intervento "affinché anche per i medici convenzionati esterni possa trovare applicazione un rapporto di lavoro di tipo convenzionale con tutele pari a quelle presenti in tutte le convenzioni del Ssn e che permetta il miglioramento delle loro attuali condizioni contrattuali, di lavoro, di formazione e di tutela disciplinare".

 


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