Fughe nel privato e prepensionati, 1 medico su 3 non lascia per età
Fughe nel privato e prepensionati, 1 medico su 3 non lascia per età

L'indagine Fiaso, con reiterati blocchi turnover classe camici bianchi è invecchiata 

Camici bianchi e con le 'tempie grigie'. Ai medici italiani va il primato di anzianità. E il settore pubblico trema per il boom di uscite che si prospetta in crescita nei prossimi anni, aggravato anche dal fatto che 1 camice su 3 lascia prima di aver raggiunto i limiti d'età. Rispetto ai colleghi europei, il tasso di senior nel servizio pubblico tricolore è da record: nel 51,5% dei casi i dottori nostrani hanno superato i 55 anni di età, contro il 10% del Regno Unito e il 20% o poco più di Olanda e Spagna. Nella classifica degli 'over', alle spalle del Belpaese al secondo e terzo posto si collocano Francia e Germania ma staccate di diversi punti, con percentuali di medici dai capelli bianchi del 40% circa.

L'invecchiamento della classe medica è uno dei fenomeni evidenziati oggi dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), che, in occasione della sua assemblea annuale, ha illustrato a Roma il quadro del fabbisogno in Asl e ospedali tracciato da uno studio del Laboratorio Fiaso sulle politiche del personale. Le conclusioni sono che nei prossimi 5 anni - da qui al 2022 - mancheranno all'appello 11.803 dottori, anche se si andasse verso un totale sblocco del turnover.

Le alte percentuali di camici senior vengono legate dagli autori della ricerca - condotta su un campione ampiamente rappresentativo di 91 aziende sanitarie e ospedaliere, pari al 44% dell'intero universo sanitario pubblico - proprio al nodo dello sbilanciamento fra uscite e entrate nel sistema: "Ai molti che hanno via via abbandonato i loro posti per sopraggiunti limiti di età, o per altre ragioni, non hanno fatto seguito che poche assunzioni a causa dei reiterati blocchi del turnover". Ma gli esperti evidenziano anche l'impatto di prepensionamenti e fughe verso il privato: il 35% dei medici lascia il servizio sanitario pubblico per motivi diversi dall'aver raggiunto i limiti di età, e dalle informazioni raccolte tra le aziende che hanno partecipato all'indagine la prima causa è da ricercare appunto "nei prepensionamenti, mentre uno su 5 avrebbe optato per il privato".

 


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