Report su impatto guadagni medici, dal 10 al 25% riduzione introiti
Report su impatto guadagni medici, dal 10 al 25% riduzione introiti

Spesi 1.200 euro per dispositivi protezione individuale e 6 su 10 hanno deciso di stipulare un'assicurazione integrativa 

Una "riduzione degli introiti dal 10 al 25% e un aumento delle spese per le assicurazioni professionali a proprio carico". E' l'impatto della pandemia sul reddito e sul lavoro dei medici italiani, secondo un'indagine promossa dal portale Univadis Medscape Italia, che ha indagato sulla loro situazione economica. Dal sondaggio, condotto online, emerge che per quasi la metà del campione "il 2020 è stato un anno difficile", e non solo perché i medici sono stati sempre in prima linea nell'affrontare l'emergenza sanitaria. Alla ricerca hanno aderito quasi 900 camici bianchi italiani che svolgono tutti la propria attività lavorativa a tempo pieno, ovvero per almeno 36 ore alla settimana; di questi, quasi tre quarti sono maschi (642 uomini contro 236 donne) - spiega una nota - e in una percentuale analoga hanno 45 o più anni (651 partecipanti over 45 di entrambi i sessi).

Tra le specializzazioni, la più rappresentata è quella la Medicina generale (12,3%), seguita da Anestesia e rianimazione (9%) e Chirurgia generale (8%). La maggior parte dei medici intervistati esercita la professione in ospedale - di cui il 62% in corsia e l'8% in ambulatori in ambito ospedaliero - e l'86% pratica alle dipendenze o in convenzione con il sistema sanitario nazionale. La pandemia è stata "il primo fattore a incidere sulle spese quotidiane extra dei medici: in media, i medici hanno infatti speso 1.200 euro per dispositivi di protezione individuale e 6 su 10 hanno deciso di stipulare un'assicurazione integrativa". Inoltre, "il 69% dei medici ha pagato di tasca propria l'assicurazione professionale per la responsabilità civile".

A conti fatti, "alla fine del mese il 44% degli intervistati dichiara di non riuscire a mettere da parte nulla per il proprio futuro", e si nota la presenza di una "visione piuttosto pessimistica rispetto al ritorno alla normalità: l'11% dei medici è convinto che il proprio reddito sia destinato a non tornare mai più ai livelli pre-Covid e il 55% pensa che ci vorranno almeno 3 anni".

La relazione con i pazienti compensa lo scontento per la situazione economica. Infatti il "33% dei partecipanti la descrive come uno degli aspetti più gratificanti del proprio lavoro", rimarcano i promotori dell'indagine. Altri motivi di soddisfazione personale sono "la consapevolezza della propria bravura, l'aver contribuito a rendere il mondo un posto migliore, l'orgoglio di essere medico e il fatto di avere un reddito derivante dal lavoro che più piace". Questa fierezza nei confronti della professione medica è confermata anche dalle risposte alla domanda 'se lo dovesse rifare, sceglierebbe medicina come carriera?': 3 medici su 4 confermano che sceglierebbero ancora medicina e, in percentuale analoga, confermano anche la scelta della propria specializzazione.

"Il dato più sorprendente", considerando quanto accaduto nell'ultimo anno e la direzione presa dal Pnrr riguardo alla riforma della sanità, è lo scettiscismo persistente nei confronti dell'utilizzo dei nuovi strumenti digitali per la salute e della telemedicina, prosegue la nota. "L'impiego di tool e device per il benessere - come activity tracker, sleep tracker, smartwatch e App di monitoraggio dei parametri personali - non solo è ancora molto limitato (li usa il 16% dei medici) rispetto ad altri Paesi, ma vengono anche consigliati poco ai propri pazienti (solo il 15% dei medici li raccomanda)".

"Il quadro migliora se si parla della telemedicina, uno strumento che si è rivelato molto importante nel corso dell'emergenza causata dal Covid-19 e di cui i pazienti hanno cominciato a beneficiare, evitando per esempio di dover raggiungere gli ambulatori di cure primarie, ad alto rischio di sovraffollamento. Tuttavia - si legge ancora - solo il 46% degli intervistati ha fatto ricorso a questo strumento tecnologico, giudicato comunque soddisfacente da 7 medici su 10. Tra quelli che non ne hanno ancora fatto uso, il 21% dei medici prevede in futuro di adottare il teleconsulto, che potrebbe aiutare i professionisti a superare i bisogni insoddisfatti di salute e cura, con lo sviluppo di una rete di sostegno sanitaria, assistenziale e sociale".

Seconda Daniela Ovadia, coordinatore editoriale Univadis Medscape Italia e autrice del report, "quello che emerge dall'indagine è che circa un terzo del campione ha indicato una riduzione di introiti che va dal 10 fino al 25%, con picchi che superano anche questa percentuale, e che i professionisti attribuiscono alla pandemia da Covid-19".

"La stragrande maggioranza dei medici che ha subito una contrazione del proprio reddito (il 92%) è costituita proprio da professionisti operanti in strutture sanitarie pubbliche ma non come dipendenti. L'arrivo della pandemia ha quindi significato per loro un limitato accesso agli ospedali per ragioni di sicurezza e la conseguente perdita del lavoro, la riduzione delle ore lavorative e del volume dei pazienti, causando la riduzione del reddito", conclude Ovadia.

 


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