Sanità, 35% parti con cesareo nel 2014, primo figlio dopo i 31 anni
Sanità, 35% parti con cesareo nel 2014, primo figlio dopo i 31 anni

Risultati illustrati nel Rapporto sull'evento nascita in Italia (Cedap) relativo al 2014 e a un totale di 513 punti nascita, diffuso dal ministero della Salute 

Ancora troppi cesarei nella Penisola, con neomamme sempre meno giovani. Nel 2014 il 35% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che "comunque evidenziano nel Paese un ricorso eccessivo" al parto per via chirurgica. L'età media delle mamme, inoltre, è di 32,7 anni per le italiane, mentre scende a 29,9 anni per le cittadine straniere. Sono alcuni dei risultati illustrati nel Rapporto sull'evento nascita in Italia (Cedap) relativo al 2014 e a un totale di 513 punti nascita, diffuso dal ministero della Salute.

L'88,8% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati, l'11,2% nelle case di cura private (accreditate o non accreditate); il 62,5% si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui e solo il 7,5% ha luogo in strutture che accolgono meno di 500 parti annui, dunque non sicure. Inoltre il 20% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana, un fenomeno più diffuso al Centro-Nord (dove oltre il 25% dei parti avviene da madri non italiane); in particolare, in Emilia Romagna e Lombardia, il 30% delle nascite è riferito a madri straniere. Soprattutto provenienti da Africa (25,2%) e Unione Europea (26,4%). Le madri di origine asiatica e sud americana costituiscono rispettivamente il 18,5% e il 7,9% di quelle straniere.

Quanto all'identikit delle mamme del 2014, l'età media al primo figlio è per le italiane quasi in tutte le Regioni superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Le straniere partoriscono il primo figlio in media a 28,2 anni.

Papà in sala parto: la donna ha accanto a sé (esclusi i cesarei) nel 91,83% dei casi il padre del bambino, nel 6,74% un familiare e nell'1,42% un'altra persona di fiducia. Inoltre fra le mamme del 2014 il 43,7% ha una scolarità medio alta, il 29,4% medio bassa ed il 26,9% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (47,5%). In generale il 56,2% delle madri ha un’occupazione lavorativa, il 29,7% è casalinga e l'11,9% disoccupata o in cerca di prima occupazione. Il 52,8% delle straniere è casalinga, mentre il 63,1% delle madri italiane ha un'occupazione lavorativa.

Nell'87% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate è superiore a 4 mentre nel 73,3% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie. La percentuale di donne italiane che effettuano la prima visita oltre il primo trimestre è pari al 2,6%, dato che sale all'11,5% per le straniere. Quanto alle tecniche diagnostiche prenatali invasive, sono state effettuate in media 9,2 amniocentesi ogni 100 parti. A livello nazionale, poi, alle madri con più di 40 anni il prelievo del liquido amniotico è stato effettuato nel 28,31% dei casi. Inoltre il 1,1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,3% tra 1.500 e 2.500 grammi.

Nel 2014 sono stati rilevati 1.377 nati morti, corrispondenti ad un tasso di 2,74 nati morti ogni 1.000 nati, e registrati 4.492 casi di malformazioni diagnostiche alla nascita. Infine il ricorso a una tecnica di procreazione assistita risulta collegato a 1,71 gravidanze ogni 100. La tecnica più utilizzata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (Fivet), seguita dal metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (Icsi).

 


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