Sicpre, no allarmismi su protesi seno dopo prima morte in Italia
Sicpre, no allarmismi su protesi seno dopo prima morte in Italia

Decesso per raro linfoma correlato all'impianto, Società di chirurgia plastica rassicura 

La prima morte registrata in Italia per una rara forma di tumore legata all'impianto di protesi al seno, il linfoma anaplastico a grandi cellule (Alcl), "è una notizia tragica ma serve evitare allarmismi: è un'evenienza molto rara che, se affrontata per tempo e nel modo corretto, porta alla guarigione". La Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre) - dopo la notizia del primo decesso in Italia al Policlinico Umberto I di Roma all'inizio dell'anno - ribadisce quindi il suo invito alle donne, di "evitare il panico e adottare, invece, gli atteggiamenti più produttivi: sottoporsi ai regolari controlli suggeriti dal chirurgo e non trascurare eventuali aumenti del volume della mammella. Anche perché, con il conforto dei numeri e alla luce della posizione assunta dall'agenzia america (Fda) e da tutte le principali società scientifiche internazionali, la situazione è sotto controllo".

"Ovviamente la notizia di un decesso scatena reazioni emotive - osserva Daniele Fasano, presidente della Sicpre - Riteniamo però che questa notizia, a parte il dispiacere che suscita, non modifichi sostanzialmente il quadro del linfoma anaplastico a grandi cellule come evenienza estremamente rara. In base a quanto raccolto dal database del ministero della Salute italiano, infatti, negli ultimi 8 anni sono stati registrati 41 casi di Alcl su 411.000 protesi impiantate. Questo vuol dire che il rischio di ammalarsi di Alcl è dello 0,001%. Ancora, se riconosciuta per tempo e approcciata nel modo corretto, cioè con la rimozione della protesi e della capsula fibrosa che la avvolge, la malattia viene risolta in sala operatoria, senza richiedere ulteriori cure. Per queste ragioni ci sentiamo di dire un 'no' motivato e scientifico all'allarmismo e alle posizioni sensazionalistiche".

Anche "la Fda americana e tutti i ministeri della Salute europei, ad eccezione della Francia - aggiunge Fasano - hanno come noi sposato le linee guida indicate dalla task force europea dedicata allo studio dell'Alcl: impegnarsi a informare le donne nel modo più capillare e formare i chirurghi, in modo da rendere la diagnosi più precoce e più certa e la cura più appropriata possibile".

Da sempre dalla parte della donna - sottolinea una nota - e impegnata nella tutela della sua salute, dal 4 aprile la Sicpre si è messa a disposizione del Consiglio superiore di sanità per fornire i dati e il supporto in materia di protesi. "Ricordiamo che l'Alcl insorge di solito diversi anni dopo l'impianto del dispositivo, in media dopo 7 anni", precisa il presidente della società scientifica "Ribadiamo - conclude - che il segnale da non trascurare è un rigonfiamento della mammella; le donne che lo riscontrano devono rivolgersi al loro chirurgo. E tutte le donne portartici di protesi mammarie devono eseguire i controlli periodici".

 


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